Pellegrinaggio mariano delle famiglie all’Eremo della Consolazione

"Con la famiglia di Nazareth celebriamo ed Educhiamo alla Festa"
(a cura di padre Giuseppe Sinopoli)

E’ questa la tematica che ha animato il pellegrinaggio mariano delle famiglie nel 20° anniversario della sua istituzione. Organizzato e sensibilizzato per tempo dall’Ufficio Diocesano Famiglia, esso si svolto processionalmente, sostando in cinque stazioni per la preghiera del rosario, il canto mariano, la meditazione e l’invito alla lode, per poi concludersi nel Santuario della Vergine della Consolazione con la celebrazione della Parola, presieduta da Sua Ecc. Mons. Vittorio Mondello, Arcivescovo Metropolita di Reggio Calabria Bova.

Dal rito dell’accoglienza degli organizzatori al dono del rosario da parte del Vescovo, le famiglie cristiane e i singoli pellegrini si sono stretti attorno alla suggestiva icona familiare di Gesù, Maria e Giuseppe, posta alla testa del corteo pellegrinante, meditando "Maria e il mistero della salvezza", selezionato, nello specifico, come "mistero della luce", magistralmente sintetizzato nel n. 21 della Lettera Apostolica ROSARIUM VIRGINIS MARIAE di Giovanni Paolo II:

"Passando dall’infanzia e dalla vita di Nazareth alla vita pubblica di Gesù, la contemplazione ci porta su quei misteri che si possono chiamare, a titolo speciale, ’misteri della luce’. In realtà, è tutto il mistero di Cristo che è luce. Egli è « la luce del mondo » (Gv 8, 12). Ma questa dimensione emerge particolarmente negli anni della vita pubblica, quando Egli annuncia il vangelo del Regno. Volendo indicare alla comunità cristiana cinque momenti significativi – misteri ’luminosi’ – di qesta fase della vita di Cristo, ritengo che essi possano essere opportunamente individuati: 1. nel suo Battesimo al Giordano, 2. nella sua auto-rivelazione alle nozze di Cana, 3. nell’annuncio del Regno di Dio con l’invito alla conversione, 4. nella sua Trasfigurazione e, infine, 5. nell’istituzione dell’Eucaristia, espressione sacramentale del mistero pasquale.

Ognuno di questi misteri è rivelazione del Regno ormai giunto nella persona stessa di Gesù. È mistero di luce innanzitutto il Battesimo al Giordano. Qui, mentre il Cristo scende, quale innocente che si fa ’peccato’ per noi (cfr 2Cor 5, 21), nell’acqua del fiume, il cielo si apre e la voce del Padre lo proclama Figlio diletto (cfr Mt 3, 17 e par), mentre lo Spirito scende su di Lui per investirlo della missione che lo attende. Mistero di luce è l’inizio dei segni a Cana (cfr Gv 2, 1-12), quando Cristo, cambiando l’acqua in vino, apre alla fede il cuore dei discepoli grazie all’intervento di Maria, la prima dei credenti.

Mistero di luce è la predicazione con la quale Gesù annuncia l’avvento del Regno di Dio e invita alla conversione (cfr Mc 1, 15), rimettendo i peccati di chi si accosta a Lui con umile fiducia (cfr Mc 2, 3-13; Lc 7, 47-48), inizio del ministero di misericordia che Egli continuerà ad esercitare fino alla fine del mondo, specie attraverso il sacramento della Riconciliazione affidato alla sua Chiesa (cfr Gv 20, 22-23). Mistero di luce per eccellenza è poi la Trasfigurazione, avvenuta, secondo la tradizione, sul Monte Tabor. La gloria della Divinità sfolgora sul volto di Cristo, mentre il Padre lo accredita agli Apostoli estasiati perché lo ascoltino (cfr Lc 9, 35 e par) e si dispongano a vivere con Lui il momento doloroso della Passione, per giungere con Lui alla gioia della Risurrezione e a una vita trasfigurata dallo Spirito Santo. Mistero di luce è, infine, l’istituzione dell’Eucaristia, nella quale Cristo si fa nutrimento con il suo Corpo e il suo Sangue sotto i segni del pane e del vino, testimoniando « sino alla fine » il suo amore per l’umanità (Gv 13, 1), per la cui salvezza si offrirà in sacrificio.

In questi misteri, tranne che a Cana, la presenza di Maria rimane sullo sfondo. I Vangeli accennano appena a qualche sua presenza occasionale in un momento o nell’altro della predicazione di Gesù (cfr Mc 3,31-35; Gv 2,12) e nulla dicono di un’eventuale presenza nel Cenacolo al momento dell’istituzione dell’Eucaristia. Ma la funzione che svolge a Cana accompagna, in qualche modo, tutto il cammino di Cristo. La rivelazione, che nel Battesimo al Giordano è offerta direttamente dal Padre ed è riecheggiata dal Battista, sta a Cana sulla sua bocca, e diventa la grande ammonizione materna che Ella rivolge alla Chiesa di tutti i tempi: «Fate quello che vi dirà» (Gv 2,5). È ammonizione, questa, che ben introduce parole e segni di Cristo durante la vita pubblica, costituendo lo sfondo mariano di tutti i ’misteri della luce’".

Queste le stazioni della devozione mariana itinerante delle famiglie cristiane e dei devoti, collegate con la recita di una decade del rosario e col canto mariano:

Prima stazione: Chiesa Parrocchiale del Santissimo Salvatore (ore 18.30 - 31 maggio). Dopo il saluto ed il rito introduttivo, enunciato il primo mistero della luce con relativa proclamazione della Parola biblica, un rappresentanti del Consultorio Diocesano ha letto la meditazione, conclusa con la preghiera di lode.

Seconda stazione: Policlinico "Madonna della Consolazione". Enunciazione del secondo mistero della luce, proclamazione della Parola biblica e lettura della meditazione da parte di un rappresentante del Masci. Breve momento riflessivo e conclusione con la preghiera di lode.

Terza stazione: Centro Tripepi-Mariotti "Piccola Opera Papa Giovanni XXIII". La sosta è stata animata con l’enunciazione del terzo mistero della luce e la proclamazione della Parola biblica (Mc 1,14-15). Un rappresentante del già citato Centro ha quindi letto la meditazione, seguita da una pausa di riflessione e conclusa con la preghiera di lode.

Quarta stazione: Incrocio tra Via Eremo e Cimitero. In questo crocevia è risuonata l’enunciazione del quarto mistero della luce, seguita dalla proclamazione della Parola biblica (Lc 9,28-35) e "spezzata" dalla meditazione letta da un rappresentante delle Migrantes. Dopo una breve riflessione silenziosa, l’apposita orazione ha elevato i cuori alla lode divina.

Quinta stazione: Istituto Ortopedico GIOMI. Questa sosta ha coinvolto anche gli ospiti della Casa di cura, condividendo il dono dell’enunciazione del quinto mistero della luce, della proclamazione della Parola biblica (Lc 22,19-20), della proposta meditativa letta da un rappresentante dei Volontari dell’Hospice e conclusa con la rituale preghiera di lode.

Appena lasciato il piazzale dell’Istituto Ortopedico, si è iniziata la recita dell’ultima decade del rosario, percorrendo l’ultimo tratto di strada con negli occhi la suggestiva immagine della Basilica illuminata a giorno, ma soprattutto con la dolcissima Immagine della Madonna della Consolazione che si poteva ammirare attraverso il portone centrale spalancato. Man mano ci si avvicinava, l’emozione dell’incontro con la Madre cresceva fino a lasciarsi abbandonare fra le sue braccia.

Collocato il piccolo quadro, riproducente l’Icona del pellegrinaggio, su apposito sostengo, Sua Ecc. l’ha incensato, dando inizio alla solenne Liturgia della Parola, introdotta con un frammento della bellissima Lettera Apostolica, di cui sopra, in cui viene evidenziata la bellezza e la ricchezza della famiglia che prega. Leggiamolo insieme:

"La famiglia: i genitori...

Preghiera per la pace, il Rosario è anche, da sempre, preghiera della famiglia e per la famiglia. Un tempo questa preghiera era particolarmente cara alle famiglie cristiane, e certamente ne favoriva la comunione. Occorre non disperdere questa preziosa eredità. Bisogna tornare a pregare in famiglia e a pregare per le famiglie, utilizzando ancora questa forma di preghiera.

Se nella Lettera apostolica Novo millennio ineunte ho incoraggiato la celebrazione della Liturgia delle Ore anche da parte dei laici nella vita ordinaria delle comunità parrocchiali e dei vari gruppi cristiani,(39) altrettanto desidero fare per il Rosario. Si tratta di due vie non alternative, ma complementari, della contemplazione cristiana. Chiedo pertanto a quanti si dedicano alla pastorale delle famiglie di suggerire con convinzione la recita del Rosario.

La famiglia che prega unita, resta unita. Il Santo Rosario, per antica tradizione, si presta particolarmente ad essere preghiera in cui la famiglia si ritrova. I singoli membri di essa, proprio gettando lo sguardo su Gesù, recuperano anche la capacità di guardarsi sempre nuovamente negli occhi, per comunicare, per solidarizzare, per perdonarsi scambievolmente, per ripartire con un patto di amore rinnovato dallo Spirito di Dio.

Molti problemi delle famiglie contemporanee, specie nelle società economicamente evolute, dipendono dal fatto che diventa sempre più difficile comunicare. Non si riesce a stare insieme, e magari i rari momenti dello stare insieme sono assorbiti dalle immagini di un televisore. Riprendere a recitare il Rosario in famiglia significa immettere nella vita quotidiana ben altre immagini, quelle del mistero che salva: l’immaginedel Redentore, l’immagine della sua Madre Santissima. La famiglia che recita insieme il Rosario riproduce un po’ il clima della casa di Nazareth: si pone Gesù al centro, si condividono con lui gioie e dolori, si mettono nelle sue mani bisogni e progetti, si attingono da lui la speranza e la forza per il cammino.

... e i figli

A questa preghiera è anche bello e fruttuoso affidare l’itinerario di crescita dei figli. Non è forse, il Rosario, l’itinerario della vita di Cristo, dal concepimento, alla morte, fino alla resurrezione e alla gloria? Diventa oggi sempre più arduo per i genitori seguire i figli nelle varie tappe della vita. Nella società della tecnologia avanzata, dei mass media e della globalizzazione, tutto è diventato così rapido e la distanza culturale tra le generazioni si fa sempre più grande. I più diversi messaggi e le esperienze più imprevedibili si fanno presto spazio nella vita dei ragazzi e degli adolescenti, e per i genitori diventa talvolta angoscioso far fronte ai rischi che essi corrono. Si trovano non di rado a sperimentare delusioni cocenti, constatando i fallimenti dei propri figli di fronte alla seduzione della droga, alle attrattive di un edonismo sfrenato, alle tentazioni della violenza, alle più varie espressioni del non senso e della disperazione.

Pregare col Rosario per i figli, e ancor più con i figli, educandoli fin dai teneri anni a questo momento giornaliero di « sosta orante » della famiglia, non è, certo, la soluzione di ogni problema, ma è un aiuto spirituale da non sottovalutare. Si può obiettare che il Rosario appare preghiera poco adatta al gusto dei ragazzi e dei giovani d’oggi. Ma forse l’obiezione tiene conto di un modo di praticarlo spesso poco accurato. Del resto, fatta salva la sua struttura fondamentale, nulla vieta che per i ragazzi e i giovani la recita del Rosario – tanto in famiglia quanto nei gruppi – si arricchisca di opportuni accorgimenti simbolici e pratici, che ne favoriscano la comprensione e la valorizzazione. Perché non provarci? Una pastorale giovanile non rinunciataria, appassionata e creativa – le Giornate Mondiali della Gioventù me ne hanno dato la misura! – è capace di fare, con l’aiuto di Dio, cose davvero significative. Se il Rosario viene ben presentato, sono sicuro che i giovani stessi saranno capaci di sorprendere ancora una volta gli adulti, nel far propria questa preghiera e nel recitarla con l’entusiasmo tipico della loro età" (nn. 41-42).

Veramente avvincente e saggiamente concreta l’omelia di Sua Eccellenza vertente sul tema della famiglia modellata sulla famiglia di Nazareth, illuminata dalla preghiera biblica e resa credibile mediante la testimonianza della carità.

Dopo la preghiera dei fedeli, si è proposto un contributo a favore delle Missioni di Padre Ugo, il quale aveva reso una partecipata testimonianza ai presenti all’arrivo in Santuario, per la quale l’Arcivescovo lo ha ringraziato con parole lusinghiere.

Il pellegrinaggio si è concluso con il significativo dono della corona del rosario da parte del nostro Pastore e Padre ai convenuti.
"Tutto l’essere ed operare delle creature ha da andare a Dio: cioè tutto farsi a sua gloria".

"Un albero si secca, se si fa spesso mutar di luogo".

"Una ferita nel corpo ti fa gemere, tante ferite mortali nell’anima non ti pesano. Prega, prega Dio che te le faccia sentire, e se ottieni la grazia, cercherai il medico che ti guarisca, né ti quieterai finché non abbi ricuperato la vita, e la salute".

"Tre generi di vita si possono menare da viventi: viver da bruto, viver da uomo, viver da cristiano.
Il bruto è regolato dai soli sensi, l’uomo dalla ragione, il cristiano dalla fede".

"Temete la calca enorme dei vostri peccati? Maria è impegnata ad impetrarvi l’indulto, e la remissione".

"Si guardi di non giudicar male alcuno, né condannarlo, ma più tosto giudichi e condanni se stesso".