Maggio: il mese di Maria - Recitiamo il rosario ovunque siamo!
 
Riscopriamo la bellezza della devozione mariana in questo mese dedicato, come da lodevole e consolidata tradizione, alla Madonna, con la frequenza i sacramenti e con la recita del santo rosario. Riappropriarsi, come famiglia, del rosario, significa fare come Maria, la quale viveva "con gli occhi su Cristo e faceva tesoro di ogni sua parola: «Serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore» (Lc 2, 19; cfr 2, 51). I ricordi di Gesù, impressi nel suo animo, l’hanno accompagnata in ogni circostanza, portandola a ripercorrere col pensiero i vari momenti della sua vita accanto al Figlio. Sono stati quei ricordi a costituire, in certo senso, il ’rosario’ che Ella stessa ha costantemente recitato nei giorni della sua vita terrena" (RVM, 11).

Come recitare il rosario? Ce lo insegna Giovanni Paolo II:

- "Enunciare il mistero, e magari avere l’opportunità di fissare contestualmente un’icona che lo raffiguri, è come aprire uno scenario su cui concentrare l’attenzione.
-  Per dare fondamento biblico e maggiore profondità alla meditazione, è utile che l’enunciazione del mistero sia seguita dalla proclamazione di un passo biblico corrispondente che, a seconda delle circostanze, può essere più o meno ampio.
-  L’ascolto e la meditazione si nutrono di silenzio. È opportuno che, dopo l’enunciazione del mistero e la proclamazione della Parola, per un congruo periodo di tempo ci si fermi a fissare lo sguardo sul mistero meditato, prima di iniziare la preghiera vocale.
-  Dopo l’ascolto della Parola e la focalizzazione del mistero è naturale che l’animo si innalzi verso il Padre. Gesù, in ciascuno dei suoi misteri, ci porta sempre al Padre, a cui Egli continuamente si rivolge, perché nel suo ’seno’ riposa (cfr Gv 1, 18).
-  Le dieci Ave Maria. È questo l’elemento più corposo del Rosario e insieme quello che ne fa una preghiera mariana per eccellenza. Ma proprio alla luce dell’Ave Maria ben compresa, si avverte con chiarezza che il carattere mariano non solo non si oppone a quello cristologico, ma anzi lo sottolinea e lo esalta.
-  La dossologia trinitaria è il traguardo della contemplazione cristiana. Cristo è infatti la via che ci conduce al Padre nello Spirito.
-  Strumento tradizionale per la recita del Rosario è la corona.
   La prima cosa da notare è come la corona converga verso il Crocifisso, che apre così e chiude il cammino stesso dell’orazione. In Cristo è centrata la vita e la preghiera dei credenti. Tutto parte da Lui, tutto tende a Lui, tutto, mediante Lui, nello Spirito Santo, giunge al Padre 
(RVM, 29-36).

E dopo che lo stesso Pontefice ha sottolineato che il rosario è un tesoro da riscoprire, ha detto che  esso è una preghiera così facile, e al tempo stesso così ricca, che merita davvero di essere riscoperta dalla comunità cristiana. E augurandosi che il suo appello non cada inascoltato, ha concluso con questa bellissima invocazione:

«O Rosario benedetto di Maria,
catena dolce che ci rannodi a Dio,
vincolo di amore che ci unisci agli Angeli,
torre di salvezza negli assalti dell’inferno,
porto sicuro nel comune naufragio,
noi non ti lasceremo mai più.
Tu ci sarai conforto nell’ora dell’agonia.
A te l’ultimo bacio della vita che si spegne.
E l’ultimo accento delle nostre labbra sarà il nome tuo soave,
o Regina del Rosario di Pompei, o Madre nostra cara,
o Rifugio dei peccatori, o Sovrana consolatrice dei mesti.
Sii ovunque benedetta, oggi e sempre, in terra e in cielo» 
(RVM, 43).

La recita del rosario meditato nella nostra Basilica è, ogni giorno, alle ore 17.50; segue alle 18.30 la santa Messa e al termine la Supplica alla Madonna della Consolazione.
"Tutto l’essere ed operare delle creature ha da andare a Dio: cioè tutto farsi a sua gloria".

"Un albero si secca, se si fa spesso mutar di luogo".

"Una ferita nel corpo ti fa gemere, tante ferite mortali nell’anima non ti pesano. Prega, prega Dio che te le faccia sentire, e se ottieni la grazia, cercherai il medico che ti guarisca, né ti quieterai finché non abbi ricuperato la vita, e la salute".

"Tre generi di vita si possono menare da viventi: viver da bruto, viver da uomo, viver da cristiano.
Il bruto è regolato dai soli sensi, l’uomo dalla ragione, il cristiano dalla fede".

"Temete la calca enorme dei vostri peccati? Maria è impegnata ad impetrarvi l’indulto, e la remissione".

"Si guardi di non giudicar male alcuno, né condannarlo, ma più tosto giudichi e condanni se stesso".