21/10/2016
Giubileo straordinario della Misericordia - Veglia di preghiera per "asciugare le lacrime": Meditazione di Papa Francesco (5 maggio 2016)
 

 

                                        

Cari fratelli e sorelle,

Dopo le testimonianze che abbiamo ascoltato, e alla luce della parola di Dio che dà senso alla nostra sofferenza, dobbiamo prima chiederci Spirito Santo di venire in mezzo a noi. Possa egli illumini le nostre menti per trovare le parole giuste in grado di portare conforto. Possa egli aprire il cuore alla certezza che Dio è sempre presente e mai ci abbandona nei momenti di difficoltà. Il Signore Gesù ha promesso ai suoi discepoli che non avrebbe lasciarli soli, ma in ogni momento della vita sarebbe rimasto vicino a loro con l’invio del suo Spirito, il Consolatore (cfr Gv 14,26) per aiutare, sostenere e consolarli.

Nei momenti di tristezza, la sofferenza e la malattia, in mezzo l’angoscia di persecuzione e di dolore, ognuno cerca una parola di consolazione. Percepiamo un forte bisogno di qualcuno per essere vicino e di provare compassione per noi. Noi sperimentiamo ciò che significa essere disorientato, confuso, più affranto di quanto abbiamo mai pensato possibile. Ci guardiamo intorno a noi con l’incertezza, cercando di vedere se riusciamo a trovare qualcuno che capisce veramente il nostro dolore. La nostra mente è piena di domande ma le risposte non arrivano. La ragione di per sé non è in grado di dare un senso dei nostri sentimenti più profondi, apprezzando il dolore che proviamo e fornendo le risposte che stiamo cercando. In tempi come questi, più che mai, abbiamo bisogno le ragioni del cuore , che sola può aiutarci a capire il mistero che abbraccia la nostra solitudine.

Quanto tristezza vediamo in tante facce intorno a noi! Quante lacrime sono capannone ogni secondo nel nostro mondo; ognuno è diverso, ma insieme formano, per così dire, un oceano di desolazione che grida per misericordia, compassione e di consolazione. Le lacrime più amare sono quelli causati dalla malvagità umana: le lacrime di coloro che hanno visto una persona cara violentemente strappato da loro; le lacrime di nonni, madri e padri, bambini; occhi che mantengono a fissare il tramonto e hanno difficoltà a vedere l’alba di un nuovo giorno. Abbiamo bisogno della misericordia, la consolazione che viene dal Signore. Tutti noi abbiamo bisogno di esso. Questa è la nostra povertà, ma anche la nostra grandezza: per implorare la consolazione di Dio, che nella sua tenerezza tratta di asciugare le lacrime dei nostri occhi (cfr Is 25: 8; Ap 07:17; 21: 4).

Nel nostro dolore, non siamo soli. Anche Gesù, sa cosa vuol dire piangere per la perdita di una persona cara. In una delle pagine più commoventi del Vangelo, Gesù vede Maria piange per la morte di suo fratello Lazzaro. Né può trattenere le lacrime. Egli era profondamente commosso e ha cominciato a piangere (cfr Gv 11: 33-35). L’evangelista Giovanni, nel descrivere questo, ha voluto mostrare quanto Gesù ha condiviso la tristezza e il dolore dei suoi amici. Lacrime di Gesù ’hanno sconvolto molti teologi nel corso dei secoli, ma ancora di più si sono bagnati tante anime ed è stato un balsamo per così tanto male. Anche Gesù ha sperimentato nella sua persona la paura della sofferenza e della morte, la delusione e lo scoraggiamento al tradimento di Giuda e Pietro, e il dolore per la morte del suo amico Lazzaro. Gesù "non abbandona coloro che egli ama" (Agostino, In Joh. , 49, 5). Se Dio poteva piangere, allora anch’io posso piangere, con la consapevolezza che mi capisce. Le lacrime di Gesù servire come antidoto alla mia indifferenza davanti alla sofferenza dei miei fratelli e sorelle. Le sue lacrime insegnarmi a fare il mio il dolore degli altri, a condividere il scoraggiamento e sofferenze di quelle situazioni dolorose vivendo. Mi fanno capire la tristezza e la disperazione di coloro che hanno anche visto il corpo di una persona cara preso da loro, e non più che avere un luogo in cui trovare consolazione. Lacrime di Gesù ’non possono andare senza una risposta da parte di coloro che credono in lui. Mentre si consola, così anche noi siamo chiamati a consolare.

Nel momento di confusione, sgomento e le lacrime, il cuore di Cristo si rivolse in preghiera al Padre. La preghiera è la vera medicina per la nostra sofferenza. Nella preghiera, anche noi possiamo sentire la presenza di Dio. La tenerezza del suo sguardo ci conforta; la potenza della sua parola ci sostiene e ci dà speranza. Gesù, in piedi davanti alla tomba di Lazzaro, pregava dicendo: «Padre, ti ringrazio che mi hai ascoltato. Sapevo che tu mi ascolti "sempre ( Gv 11: 41-42). Anche noi abbiamo bisogno della certezza che il Padre ci ascolta e ci viene in aiuto. L’amore di Dio, riversato nei nostri cuori, ci permette di dire che quando amiamo, niente e nessuno potrà mai separarci dall’amore quelli che abbiamo amato. L’apostolo Paolo ce lo dice con parole di grande conforto: "Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Will disagio, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità o la spada? ... Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati. Io sono infatti persuaso che né morte, né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun’altra creatura potrà mai separarci dal l’amore di Dio in Cristo Gesù, nostro Signore "( Rm 8:35, 37-39). Il potere di amore si trasforma la sofferenza nella certezza della vittoria di Cristo, e la nostra vittoria in unione con lui, e nella speranza che un giorno saremo di nuovo stare insieme e per sempre contemplare il volto della Trinità Beata, la fonte eterna di la vita e l’amore.

Ai piedi di ogni croce, la Madre di Gesù è sempre là. Con il suo manto, si asciuga le nostre lacrime. Con la mano tesa, lei ci ha aiuta a salire e ci accompagna lungo il cammino della speranza.

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"Tutto l’essere ed operare delle creature ha da andare a Dio: cioè tutto farsi a sua gloria".

"Un albero si secca, se si fa spesso mutar di luogo".

"Una ferita nel corpo ti fa gemere, tante ferite mortali nell’anima non ti pesano. Prega, prega Dio che te le faccia sentire, e se ottieni la grazia, cercherai il medico che ti guarisca, né ti quieterai finché non abbi ricuperato la vita, e la salute".

"Tre generi di vita si possono menare da viventi: viver da bruto, viver da uomo, viver da cristiano.
Il bruto è regolato dai soli sensi, l’uomo dalla ragione, il cristiano dalla fede".

"Temete la calca enorme dei vostri peccati? Maria è impegnata ad impetrarvi l’indulto, e la remissione".

"Si guardi di non giudicar male alcuno, né condannarlo, ma più tosto giudichi e condanni se stesso".