In preghiera verso il Natale
Spalanchiamo le porte della nostra “casa” a Gesù!
La prima domenica di avvento segna l’inizio dell’anno liturgico. Ad illuminarlo è la luce del “discorso escatologico”, per evidenziare come il cristiano debba vivere costantemente “nell’attesa del giorno del Signore”.
L’itinerario dell’anno liturgico, e in particolare quello del tempo di avvento, sono come “un’anteprima” del cammino del cristiano verso Dio e il Regno.
L’atteggiamento del cristiano, nel suo andare verso il Signore che viene, è quello descritto nella prima lettura e nella pagina evangelica. La prima lettura esorta alla preghiera e alla gratitudine a Dio, che nell’incarnazione di Gesù, ha compiuto l’intervento definitivo e decisivo per la salvezza dell’uomo. La parola evangelica sottolinea l’urgenza e l’importanza dello stare attenti, dello stare svegli e dell’essere vigilanti: “State attenti – dice Gesù – vegliate, perché non sapete quando sarà il momento preciso… Vigilate e vegliate, poiché non sapete quando il padrone di casa ritornerà… Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!”. Gesù lo ripete ben tre volte, per segnalare un grande pericolo: quello della tentazione.
La tentazione più comune è quella di lasciarsi vincere dall’assopimento e dal sonno, cullati dalle eccessive comodità e dal morboso attaccamento al proprio io e alla cose terrene.
L’egoismo porta, infatti, ad arraffare tutto, facendo lievitare il monte del proprio avere e, conseguentemente, spegnendo la tensione verso le cose del cielo. Da qui la vitale importanza di ridestarsi dal torpore e porsi in attento e docile ascolto del Signore, che chiede di essere la sua “casa” per nascere e condividere con noi il suo progetto della salvezza, accanto alla presenza discreta di Maria e Giuseppe.
Gesù vuole nascere in ciascuno di noi, per riscaldarci il cuore ed illuminarci la mente e rendere sicuri i nostri passi verso l’incontro finale nella gloria senza fine.
Ed allora, fratelli e sorelle, facciamo nostra carne e nostro sangue il messaggio forte del precursore Giovanni, che si serve delle parole del profeta Isaia: “Voce di uno che grida nel deserto: appianate la via del Signore, rendete diritti i suoi sentieri” (Mc 1,3), purificando la nostra vita e rinascendo nella fede battesimale, nella carità operativa e nella speranza profetica. Solo così noi riassaporeremo il gusto di vegliare con Gesù, di diventare preghiera vivente, riscoprendo la bellezza e la gioia di stupirci, come i pastori, e di cantare, con il coro degli angeli, anche noi: “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama!”.

Scarica ora il Manifesto della novena del Natale
"Tutto l’essere ed operare delle creature ha da andare a Dio: cioè tutto farsi a sua gloria".

"Un albero si secca, se si fa spesso mutar di luogo".

"Una ferita nel corpo ti fa gemere, tante ferite mortali nell’anima non ti pesano. Prega, prega Dio che te le faccia sentire, e se ottieni la grazia, cercherai il medico che ti guarisca, né ti quieterai finché non abbi ricuperato la vita, e la salute".

"Tre generi di vita si possono menare da viventi: viver da bruto, viver da uomo, viver da cristiano.
Il bruto è regolato dai soli sensi, l’uomo dalla ragione, il cristiano dalla fede".

"Temete la calca enorme dei vostri peccati? Maria è impegnata ad impetrarvi l’indulto, e la remissione".

"Si guardi di non giudicar male alcuno, né condannarlo, ma più tosto giudichi e condanni se stesso".