Il lenzuolo di padre Gesualdo
Segno di tenerezza divina


Da tempi immemorabili
si è ricorso al segno
del lenzuolo per le persone
affette da grave malattia
fisica e spirituale.

A portarlo era sempre
un frate cappuccino dell’Eremo,
il quale, giunto presso la persona
bisognosa l’avvolgeva con tenerezza,
raccogliendosi in preghiera,
coinvolgendo anche i presenti,
perché il Venerabile intercedesse
dalla Bontà divina il prodigio desiderato.

Data la delicatezza e le caratteristiche
dell’indumento - ed è forse qui
la ragione della minor richiesta
rispetto a quella del bastone
da parte dei devoti - difficilmente
il Superiore concedeva il permesso
di portarlo fuori dai luoghi sacri.

E questo specie nei primi decenni
dalla morte dell’uomo di Dio.

Per cui si ripiegava sul bastone,
più facile da portare e da utilizzare.

Tantissime persone hanno ottenuto,
per l’intercessione dell’uomo,
le grazie invocate dopo aver toccato
con le mani il lenzuolo o dopo essere state
con esso avvolte.


(Foto di p. Giuseppe Sinopoli: Il lenzuolo di p. Gesualdo)
"Tutto l’essere ed operare delle creature ha da andare a Dio: cioè tutto farsi a sua gloria".

"Un albero si secca, se si fa spesso mutar di luogo".

"Una ferita nel corpo ti fa gemere, tante ferite mortali nell’anima non ti pesano. Prega, prega Dio che te le faccia sentire, e se ottieni la grazia, cercherai il medico che ti guarisca, né ti quieterai finché non abbi ricuperato la vita, e la salute".

"Tre generi di vita si possono menare da viventi: viver da bruto, viver da uomo, viver da cristiano.
Il bruto è regolato dai soli sensi, l’uomo dalla ragione, il cristiano dalla fede".

"Temete la calca enorme dei vostri peccati? Maria è impegnata ad impetrarvi l’indulto, e la remissione".

"Si guardi di non giudicar male alcuno, né condannarlo, ma più tosto giudichi e condanni se stesso".