Natale 2011: Messaggio dell’Arcivescovo - Oltre le luminarie... una LUCE



A tutti i fedeli dell’Arcidiocesi

Carissimi fratelli e sorelle,

                                        nell’imminenza della grande solennità del Natale sento il bisogno e la gioia di farvi pervenire il mio augurio paterno.

       Ci si trova tutti i giorni, in questo periodo, di fronte alla molteplicità di proposte - che provengono da ogni dove - sugli acquisti da fare. Dagli schermi televisivi, alle pagine dei giornali, agli spazi pubblicitari lungo le strade della città, é un continuo e martellante invito sui regali da fare, sugli addobbi da realizzare in casa e fuori, sulle luminarie, ecc…

       Per chi non conoscesse altro, per chi non facesse parte di una storia millenaria, il Natale finirebbe col diventare “la festa degli acquisti”. Senza sapere, in fondo, nemmeno il motivo; salvo a non identificare il motivo nell’anno che finisce.

       C’é in questa stagione della storia una sorta di colossale oblio di quel protagonista umile e nascosto, piccolo e immenso, umano e divino, di cui si celebra la Nascita: il Bambino! Il Figlio di Dio, Gesù Cristo, il Verbo fatto carne.
 
       È lui il dimenticato!

       E non c’è niente di più urgente, fratelli, che ricuperare il senso del Natale, il senso di una celebrazione che tutti ci coinvolge.

       È importante parlarne ai bambini, rieducarne i ragazzi, discuterne sapientemente coi giovani, richiamarne i valori per gli anziani.

       È il ricordo della nascita, come Uomo, di Colui che é eternamente Dio.

       L’evento più grande della storia accaduto nella “pienezza dei tempi”.

       Un evento che ha segnato, come nessun altro, il cammino dell’umanità.
 
       Cosa comporta questo evento per ognuno di noi? Come vogliamo prepararci? Quali atteggiamenti vogliamo assumere, quali scelte fare?

       Solo una risposta leale, libera ed adeguata, a questi interrogativi può permetterci di vivere in pienezza il mistero del Natale e di non esaurire l’interesse che in noi suscita con lo spegnersi dell’ultima luminaria.

       La fede cristiana descrive il Natale come un grande mistero di amore: Dio, offeso dall’uomo a causa del peccato, decide per amore di rispondere all’offesa facendosi uomo, annientandosi per comunicare il suo amore e risollevare l’uomo dalla miseria della sua condizione.

       Dio non ha scelto la strada della potenza o dello sfarzo per manifestarsi all’uomo, ma quella della umiliazione e della sofferenza personale.

       Solo incontrando questo Dio Bambino e rispondendo al suo amore potremo accoglierlo nel nostro cuore e donarlo all’intera umanità per instaurare già sulla terra un regno di amore, di giustizia e di pace.

       Buon Natale!

       Reggio Calabria, 14 dicembre 2011.

                                                                                               + Vittorio Mondello

                                                                                                   Arcivescovo Metropolita

"Tutto l’essere ed operare delle creature ha da andare a Dio: cioè tutto farsi a sua gloria".

"Un albero si secca, se si fa spesso mutar di luogo".

"Una ferita nel corpo ti fa gemere, tante ferite mortali nell’anima non ti pesano. Prega, prega Dio che te le faccia sentire, e se ottieni la grazia, cercherai il medico che ti guarisca, né ti quieterai finché non abbi ricuperato la vita, e la salute".

"Tre generi di vita si possono menare da viventi: viver da bruto, viver da uomo, viver da cristiano.
Il bruto è regolato dai soli sensi, l’uomo dalla ragione, il cristiano dalla fede".

"Temete la calca enorme dei vostri peccati? Maria è impegnata ad impetrarvi l’indulto, e la remissione".

"Si guardi di non giudicar male alcuno, né condannarlo, ma più tosto giudichi e condanni se stesso".