In onore di Maria SS. della Consolazione

Panegirico detto nel Duomo di Reggio Calabria
nella tradizionale festa del settembre 1930
Mons. Pietro Prof. Can. Tramontana
Prelato Domestico di S. S.

Un panegirico colmo di patos, che l’intelligenza ispirata del Tramontana sa rendere più avvincente con riferimenti a "personaggi dell’alto olimpo", dove godono l’immortalità memoriale dei secoli, per rendere ancora più autorevole, unica ed assoluta la mente e la fede dei reggini verso la "loro" Madre, che elargisce a tutti il perenne sorriso delle Consolazioni, soprattutto nei momenti in cui il sorriso umano si trasforma, per le vicende tristi degli eventi, in amaro e, a volte, disperato pianto.
Da più di quattro secoli, è, per i reggini, la Madre della Consolazione, la "sua più vera gloria, la pagina più bella della sua storia, storia che passa attraverso i secoli come sacra eredità da padre a figlio - storia d’amore - di protezione - di speranze".


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"Tutto l’essere ed operare delle creature ha da andare a Dio: cioè tutto farsi a sua gloria".

"Un albero si secca, se si fa spesso mutar di luogo".

"Una ferita nel corpo ti fa gemere, tante ferite mortali nell’anima non ti pesano. Prega, prega Dio che te le faccia sentire, e se ottieni la grazia, cercherai il medico che ti guarisca, né ti quieterai finché non abbi ricuperato la vita, e la salute".

"Tre generi di vita si possono menare da viventi: viver da bruto, viver da uomo, viver da cristiano.
Il bruto è regolato dai soli sensi, l’uomo dalla ragione, il cristiano dalla fede".

"Temete la calca enorme dei vostri peccati? Maria è impegnata ad impetrarvi l’indulto, e la remissione".

"Si guardi di non giudicar male alcuno, né condannarlo, ma più tosto giudichi e condanni se stesso".