La Festa della Madonna della Consolazione
Pubblichiamo con sensibile gioia le ricerche sulla festa più importante di Reggio Calabria, che sono state effettuate dagli Insegnanti del Plesso Elementare di Trapezi (Croce Valanidi - R. C.).
Gli Insegnanti che hanno partecipato alle ricerche sono: Landro Vittoria, Liotta Rachele, Chirico Teresa, Belmonte Giovanna e Napolitano Gabriele.


Notizie storiche sul culto di Maria ss. della Consolazione a Reggio Calabria

Il culto della Madonna della Consolazione a Reggio, si fa risalire ad una famiglia genovese che tra la dine del 1400 e l’inizio del 1500 si trasferì nella nostra città portandovi un’immagine di questa Madonna, alla quale era molto devoto.
Per custodire questo quadro, fu costruita una cappelletta sulla collina detta “La Botte”, e i terziari francescani ne ebbero la custodia (i terziari furono detti Romiti e da qui il nome di Eremo al luogo che accoglieva la cappella).
In seguito alla venuta dei Cappuccini a Reggio, la custodia del quadro fu affidata ad essi.
Nel 1547 il pittore reggino Niccolò Andrea Capriolo riprodusse, per incarico del nobile Camillo Diano, la primitiva immagine della Madonna, in un quadro di dimensioni notevolmente maggiori, e vi inserì le figure di S. Antonio e S. Francesco.
Il quadro originario venne trattenuto dalla famiglia Diano e di questo si persero le tracce in occasione del suo trasferimento a Malta.
Nel 1569 sorge la prima chiesa sulla collina dell’Eremo e il culto si diffonde.
Negli anni successivi tante calamità minacciano la popolazione: terremoti, assalti dei Turchi, pestilenze gravissime, ma Reggio è sempre salvaguardata per la protezione di Maria che viene invocata con tanta fede e che, nei momenti di maggior pericolo viene portata in città, facendola scendere dal suo Eremo.
Già nel 1576 i Reggini avevano proclamato Maria della Consolazione patrona della città, nel 1752 se ne conferma solennemente il patrocinio.
Il terremoto del 1908 distrugge la chiesa dell’Eremo e il convento che, subito dopo, vengono ricostruiti in maniera provvisoria.
Solo nel 1965 viene inaugurato il nuovo santuario, fatto costruire da Mons. Giovanni Ferro.


Antiche tradizioni - Festeggiamenti civili e religiosi

La festa della Madonna della Consolazione ricorre la seconda domenica di settembre.
Nei tempi più antichi i festeggiamenti cominciavano col primo dei sette sabati precedenti la data stabilita.
Gran parte della popolazione si recava all’Eremo per onorare la Vergine nel suo santuario.
Nella mattinata la città era animata dal suono dei tamburi, mentre a sera era illuminata tutta da luci sospese ai balconi e da fuochi pirotecnici chiamati “palombelle”. Ciò avveniva anche per tutti i sabati successivi, fino a che si arrivava alla festa.
Venditori di giocattoli, di cappelli, di vasellame arrivavano da fuori e schieravano la loro merce nelle piazze e lungo i due lati del corso.
In particolare la piazza Vittorio Emanuele veniva occupata da questi venditori.
Ad una estremità del corso si poneva un grande dipinto, che la sera veniva illuminato, che mostrava alcuni dei più celebri prodigi della Madonna.
Il venerdì precedente il primo giorno della festa,il santuario diventava meta di una gran quantità di gente che da posti vicini e lontani arrivava cantando e suonando. Spesso al suono si univa la danza sul sagrato del Santuario.
Per tutta la notte era un continuo movimento: lucerne e fuochi di legna illuminavano i posti di vendita di bibite, frutta e altri cibi, mentre una gran folla di gente cantava, suonava, ballava.
All’interno del Santuario l’immagine di Maria era vegliata dai fedeli in preghiera, tra centinaia di ceri ardenti.
La mattina di sabato, tutta la gran folla accompagnava Maria che lasciava il suo Eremo per raggiungere la città.
Reggio accoglieva la sua patrona in un’atmosfera di gran festa: alle due estremità del corso si ponevano due archi di trionfo che venivano, la sera, illuminati ad olio (questi stavano ad indicare le due antiche porte della città: porta Mesa e porta S. Filippo).
Mentre gli strati sociali più modesti accompagnavano a piedi (a volte a piedi nudi, per grazia ricevuta) la Madonna, le classi nobili e ricche sfilavano sulle loro carrozze, che, per l’occasione, venivano infiorate mirabilmente.
Un’altra usanza particolare era la consegna della sacra Immagine, da parte dei cappuccini al clero reggino; questa avveniva alla fine della via Cardinale Portanova, alla presenza di un notaio che stipulava un vero e proprio atto di consegna.


Alla Madonna della Consolazione

Supra l’artaru nc’è sta gran Signura;
Maria Cunsulazioni iddha si chiama;
a cui nci cerca grazii, nci li duna,
cu havi cori malatu, nci lu sana.


Festa ‘i Maronna
di Ciccio Errigo

Cu tirrimoti, cu guerri, cu paci
Sta festa si fici e sta festa si faci.

Sta gran festa riggitana
Fatta i luci e d’armonia
Quando all’eremu si nchiana
Para tutta puisia

Addiu cresia da vecchia matrici
Quando u mundu era tuttu na paci.
Era u tempu du fusu e telaru
Ciaurrina, schiticchi e nzuddaru,
era u tempu di quando a crianza
dava fedi… curaggiu e spiranza,
era u tempu di quandu Maria
era a luci di st’anima mia…
                                 

Da "Ricordi della vecchia Reggio"
di G. Miggiano

Festa ‘i Maronna

Addiu cresia da vecchia matrici
quando u mundu era tuttu na paci.
Era u tempu du fusu e telaru
ciaurrina, schiticchi e nzuddaru,
era u tempu di quando a crianza
dava fedi… curaggiu e spiranza,
era u tempu di quandu Maria
era a luci di st’anima mia.

O ch’è bella ‘sta jornata,
simu tutti ‘ncumpagnia,
simu figghi di Maria
e Maria ‘ndavi a jutari.

O ch’è bellu ‘stu mazzettu
chi Maria si porta ‘mmanu
manda sciauru sovranu
‘p’addurari sta città.

O ch’è bellu stu cannistru
ch’ndi gira tutt’antornu
quando veni lu’ so jornu
chi gran festa chi si fà!

Azzurru è tutt’u celu
u suli sprinduria
sta festa settembrina
è tutta fantasia.

Viniti furisteri
sutt’a stu celu d’oru
nda sta Città ncantata
ch’è mugghiu’i’nu trisoru.

Quandu spunta a bagnarota
già la festa è incominciata
ca suttana fatta a rrota
e a candila consumata.

… vegli all’Eremu nda notti
pirchì chistu è lu so vutu
e si batti’u pettu forti…
pi sso’ figghiu surdu e mutu.

Pacchiani e cardoleddhi
vistiti di villutu
scindunu a frotti a Riggiu
e scindunu pi vutu.

Nda Piazza d’a Matrici
ch’è tutta illuminata,
Rosa, Meluzza e Turi
s’a fannu ‘na ballata.

Stu mari ‘mbrillantatu
di sti riflessi i luna
viniri ccà a settembri
è propri una fortuna.

Pari chi ogni stidda
cchiù forti sprinduria
pi dari luci ‘nterra
p’a festa di Maria.


Sta Regina di Genova venuta (canti dialettali)

Sta regina di Genova fu venuta
Maria Cunsulazioni titutala
A tutti li divoti mu n’daiuta
si vitti grazi cu la su arrivata
Appena vinni miraculi fici
a tri personi li avi sarvati
Crollau u tettu di li casi antichi
e sti perzuni di sutta pressati
mediatamenti gridanu na vuci
Maria Cunzulazioni n’daiutati
Dinari s’avi e tanti coraggiusi
senza nessunu mali mi si faci
e li vicini restaru stupiti
cha sta bella Madonna l’ha sarvati.
Sutta li vostri grazi ndi tiniti
poveri, bisognusi ed ammalati
Sapimu tutti ca sdegnata siti
supra chissi muntagni desulati
Simu mancanti e ragiuni nd’aviti
e vi pregamu mi ndi perdunati
Sutta lu vustru mantu nd’accogliti
cu stu Bambinu n’braccia chi purtati
La Regina di l’Angili vui siti
chi non voliti figghi abbandunati.

"Tutto l’essere ed operare delle creature ha da andare a Dio: cioè tutto farsi a sua gloria".

"Un albero si secca, se si fa spesso mutar di luogo".

"Una ferita nel corpo ti fa gemere, tante ferite mortali nell’anima non ti pesano. Prega, prega Dio che te le faccia sentire, e se ottieni la grazia, cercherai il medico che ti guarisca, né ti quieterai finché non abbi ricuperato la vita, e la salute".

"Tre generi di vita si possono menare da viventi: viver da bruto, viver da uomo, viver da cristiano.
Il bruto è regolato dai soli sensi, l’uomo dalla ragione, il cristiano dalla fede".

"Temete la calca enorme dei vostri peccati? Maria è impegnata ad impetrarvi l’indulto, e la remissione".

"Si guardi di non giudicar male alcuno, né condannarlo, ma più tosto giudichi e condanni se stesso".