Il Cenacolo "Maria Consolatrice"

Istituzione e finalità


Il Cenacolo Maria Consolatrice, costituito presso la Parrocchia basilicale dell’Eremo dei Cappuccini in Reggio Calabria, ha intrapreso il cammino di formazione e perfezione evangelico-mariana il 13 maggio del 2012.

Esso si è voluto porre, “con cuore umile e docile, in continuità con la fervente devozione che i nostri antichi padri, frati Cappuccini (tra i quali il ven. padre Gesualdo) e popolo reggino, hanno nutrito verso la Vergine Maria, fino ad eleggerla – come si legge nello Statuto all’art. 1 - a Patrona e Protettrice della Città dello Stretto”.

Il fine principale, costitutivo ed essenziale del Cenacolo è la promozione della devozione e del culto della Madre della Consolazione, secondo le direttive della Chiesa, facendone un modello della propria vita.

“Ne deriva l’impegno di sensibilizzare nella comunità cristiana e civile i valori della famiglia, sul modello della famiglia di Nazareth, della pace, del perdono, della misericordia, della gioia dello stare insieme, nell’ascolto e nel farsi dono soprattutto a chi è più abbandonato ed emarginato, della salvaguardia del creato e della cultura della legalità.

Onde rendere più credibile ed efficace tale ministero diaconale occorre farsi guidare dalla Parola biblica, dal magistero della Chiesa, dalle testimonianze umane e cristiane di san Francesco d’Assisi e dei suoi figli, tra i quali il ven. padre Gesualdo.

Gli iscritti si prodigano nel promuovere in se stessi e negli altri la gioia di essere e sentirsi con la Chiesa universale, perché essa possa assolvere, accompagnata dalla Beata Vergine Maria, madre della Chiesa, al ministero apostolico di condurre l’universo umano a Cristo in modo che si faccia “un solo gregge e un solo pastore” (Gv 10,16). Al Cenacolo vi possono aderire, mediante domanda scritta, tutti i fedeli che intendono far proprio nella concretezza della vita, infuocati e fortificati dallo Spirito Santo, l’esempio della primitiva comunità cristiana, la quale era assidua:
- nell’ascoltare l’insegnamento degli apostoli
- nell’unione fraterna
- nella frazione del pane
- e nelle preghiere
(cfr. At 2,42).

I componenti del Cenacolo, pertanto, s’impegnano nella cura scrupolosa della loro formazione umana, spirituale, liturgica e pastorale, partecipando agli incontri mensili curati dal parroco o da un sacerdote a ciò delegato, con il quale concordano i momenti di approfondimento evangelico-dottrinale secondo un itinerario di catechesi aperto a mirate iniziative di evangelizzazione e di carità sul territorio, in perfetta sinergia con il piano pastorale della Chiesa nazionale, regionale, particolare e foraniale” .
Inizialmente il gruppo era costituito da 12 iscritti, i quali convenivano presso la Basilica dell’Eremo o in luogo idoneo tre giorni la settimana, dalle ore 20.45 alle ore 23.00 circa, per le prove dei canti allo scopo di animare con devozione e competenza le sacre Azioni liturgiche, le Veglie di preghiera e la recita del santo Rosario meditato. Tale momento formativo si concludeva con la Compieta, il Padre nostro, per le persone sofferenti nel corpo e nell’anima e per le famiglie in difficoltà, e la preghiera di Affidamento a Maria Consolatrice.

La formazione si articolava con riflessioni, confronti, momenti di silenzio meditativo e, non raramente, con contribuiti multimediali. Essa affondava le radici nella Parola del Signore e si cibava abbondantemente di essa. Non solo, essa sostanziava e rimodulava l’esempio che si traeva dalle figure più rappresentative dell’Ordine Cappuccino e, soprattutto, dalla nostra Mamma celeste per meglio calcare quotidianamente, come ha lasciato scritto il ven. padre Gesualdo, le pedate del Signore Gesù Cristo. L’adorazione Eucaristica - aperta all’universo umano: bambini, giovani e adulti - si celebrava, presieduta dal parroco o da un diacono, il primo e il terzo venerdì del mese. Essa, memori del versetto del Vangelo di Giovanni: “Il Padre cerca adoratori che lo adorino in Spirito e Verità” (4,24), si articolava secondo schemi che sensibilizzavano al nutrimento del “Pane della vita” (Gv 6,51): Gesù.
“Egli offre se stesso; potremmo dire, nel senso più realistico del termine che si offre in pasto a tutti. È sua vocazione - afferma mons. Paglia - divenire un uomo mangiato, consumato, spezzato, versato. Davvero Gesù non vuole conservare nulla per se stesso e offre tutt’intera la sua vita per gli uomini.

L’Eucaristia, questo mirabile dono che il Signore ha lasciato alla sua Chiesa, realizza la nostra misteriosa e realissima comunione con lui” .
Accostarsi alla mensa dell’Eucaristia vuol dire desiderare di gustare, incarnare e testimoniare, con tutto se stessi, la dolcezza di questo tenero e sublime mistero d’amore. E “l’atteggiamento con cui dobbiamo avvicinarci all’Eucaristia deve essere quello del mendicante che stende la mano, del mendicante d’amore, del mendicante di guarigione, del mendicante di conforto, del mendicante di sostegno” .
Anche per il Cenacolo l’Eucaristia è fonte e culmine della sua vita, del suo carisma e del suo ministero diaconale. È cibo essenziale per la sua esistenza, anzi è la sua stessa esistenza, come lo stesso Gesù c’insegna: “Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me” (Gv 6, 57).

Vivere per Gesù, in Gesù e con Gesù, guardando Maria, e testimoniarlo al mondo con la dolcezza, il coraggio e la tenerezza che egli ci elargisce gratuitamente e abbondantemente. Ma la vita del cenacolino esige un continuo bisogno di un altro grandioso dono come arricchimento del suo corredo formativo: animare la preghiera del Rosario, con breve brano evangelico da meditare e con invocazione alla Madre consolatrice ad ogni mistero, ogni sabato nella Basilica dell’Eremo; e farsi umile apostolo della sua divulgazione nelle altre comunità ecclesiali, nelle case della sofferenza pubbliche e private e nelle famiglie, specie dove abitano anziani, ammalati e poveri.

Intanto gli iscritti aumentavano di numero fino a quasi 40 unità. Per cui si è resa necessaria, al fine di coordinare e dare l’input di una graduale autonomia di gruppo, la nomina di un Direttivo composto da cinque persone: Presidente: Maria Grazia Morabito; segretaria: Maria Concetta Longo; liturgia e canti: Daniela Labate; collaboratrice: Carmela Polsia Casciano; comunicazioni: Emanuele Piraro.

Nonostante gli impegni di lavoro e di famiglia, ognuno ha partecipato con assiduità e con entusiasmo agli appuntamenti spirituali e formativi; e non raramente ci si intratteneva poi nel piazzale antistante la chiesa per condividere fraternamente sensazioni, emozioni ed esperienze vissute nella quotidianità. Per sancire il profondo legame filiale alla Vergine e renderlo più efficace, si è convenuto di darci dei segni, e cioè: un fazzoletto con impressi logo e immagine della Madonna consolatrice (offerto dal Presidente dell’Associazione Portatori della Vara, stabilendo così un profondo e indissolubile legame), una medaglietta riproducente le immagini della Madonna e del venerabile padre Gesualdo Malacrinò da Reggio Calabria, una corona del rosario e il libretto “Con Maria Madre della Consolazione”, all’interno del quale vi è anche la Preghiera di Affidamento.

A benedire ed a consegnare, in forma ufficiale e per la prima volta, i segni di cui sopra è stato il Vicario Provinciale dei Cappuccini, padre Pietro Ammendola, al termine dell’omelia della solenne celebrazione Eucaristica di mezzanotte, settimo Sabato in onore della Patrona e Protettrice della Città, in data 8 settembre 2012. Indossati i segni, hanno recitato assieme al celebrante l’apposita orazione.
Il 16 settembre 2012 Sua Ecc. mons. Cornelius Esua, Arcivescovo di Bamenda in Camerun, ha accolto altri 4 cenacolini consegnando, dopo averli benedetti, i segni distintivi.
Quindi si è alzata come un cuor solo e un’anima sola la voce orante di tutti i componenti il Cenacolo, rinnovando con commosso fervore il proprio eccomi a Maria.
L’anno successivo, è stato il Ministro Provinciale padre Giovanni Battista Urso a benedire ed a consegnare i segni di adesione ai cenacolini sempre nel corso della Messa di mezzanotte del 13 settembre, ultimo sabato dedicato alla Madonna della Consolazione.

La cerimonia si è conclusa con la preghiera di rito, il cui testo, composto da me e debitamente approvato dall’Autorità Ecclesiastica il 3 agosto 2012, è il seguente:

O Maria Consolatrice, Madre tenerissima,
tu che nel cenacolo hai invocato, assieme agli apostoli,
il dono dello Spirito Santo, promesso dal tuo Figlio,
fa che il tuo cuore sia il mio cenacolo
dove mi insegni ad essere preghiera vivente
nella contemplazione dell’amore misericordioso
che si spezza nel dono della Parola e dell’Eucaristia.

Apri la mia volontà alla docilità del Padre,
rendendomi umile cantore del suo amore
con quell’anelito che tu hai manifestato
nel Magnificat, segno mirabile della bellezza
dell’armonia di tutto il creato.

O Maria Consolatrice, Madre dolcissima,
fa che mai mi lasci sedurre dalla tentazione della vanità
e dell’ostentazione superba del mio io,
ma mi offra nel servizio del canto
come dono d’amore a Dio ed ai fratelli.

Aiutami ad esprimere in ogni mio palpito,
in ogni mio gesto e in ogni mia parola
il cantico del tuo Magnificat,
testimoniando nel servizio liturgico e nella vita
l’alleluja pasquale, in attesa di unirmi
un giorno al canto degli angeli e dei santi
nella liturgia del cielo.

Per questo mi affido a te
e ti prego di accogliermi sotto il manto
della tua materna consolazione,
accanto a Cristo Gesù,
alla cui grazia il canto si fa preghiera
e dono di carità, a lode e gloria
di Dio Padre.
Amen.

Man mano trascorreva il tempo, il Cenacolo ha cominciato a segnalarsi per l’impegno nell’animazione liturgica, nella preghiera, nella carità e nella formazione, condividendo generosamente “le proprie attività e la spiritualità con gli iscritti al Rinnovamento nello Spirito (RnS), all’Ordine Francescano Secolare (Ofs) o con altri Gruppi parrocchiali e di altre Comunità ecclesiali, non solo cittadine, nonché con l’Associazione Portatori della Vara Madonna della Consolazione. Ugualmente si mostrino umili e lieti nel volere accogliere e condividere le loro specifiche attività carismatiche” .

Assidua e proficua la collaborazione con i bambini del catechismo per insegnare loro - assieme ad alcune catechiste e spesso al diacono Nino Cuzzilla e con l’ausilio, ove occorreva, di persona esperta e di mezzi multimediali - lo strumento della voce e inserirli come parte attiva nell’animazione dei canti liturgici durante la messa parrocchiale festiva delle ore 11.00; le ore di adorazione e le veglie di preghiera preparate anche con i loro contributi; le feste natalizie con rappresentazione della nascita di Gesù, replicata nel giorno dell’Epifania, in chiesa; la Via Crucis per bambini, disegnando loro stessi le apposite immagini, all’interno della basilica o per vie della parrocchia; le Azioni sacre della Settimana santa; le celebrazioni della Prima confessione e della Prima comunione; le solennità dell’Ascensione, della Pentecoste e del Corpus Domini; i Sabati in onore della Madonna della Consolazione; le novene e i tridui mariani e francescani; il triduo di preghiere per la beatificazione del ven. padre Gesualdo; nonché nelle ricorrenze civili più significative, come la festa dell’infanzia, del carnevale, della mamma, del papà e del nonno, organizzando spettacoli con canti, recite e danze e un paio di concerti durante l’anno da far vedere, poi, ai loro familiari e al pubblico. E i bambini erano entusiasti ogni qualvolta venivano impegnati insieme ai componenti familiari anche nella preparazione manuale e artistica delle suddette ricorrenze, non esclusi i ritiri, con agapi fraterne, a beneficio della comunione e della condivisione ecclesiale con riflessi ottimali nel contesto della famiglia e della scuola.

Attualmente ci si ritrova una volta la settimana, salvo i periodi precedenti i tempi forti dell’Anno liturgico o quale ricorrenza di particolare solennità, per le prove dei canti, mentre rimane immutato il dovere della recita del rosario sabatino.
I non rari momenti di mortificazione e di evidente disagio umano e spirituale patiti sono stati controbilanciati da numerosi attestati di edificante solidarietà per la presenza e soprattutto per le opere di cui ogni cenacolino ha saputo farsi dono, sia nella Basilica dell’Eremo che in altre celebrazioni ecclesiali cittadine e nella Regione Calabria, con umiltà, docilità e zelo, in piena sintonia con le direttive della Chiesa e con lo spirito statutario, come punto di riferimento provvisorio.

Testimonianza di Padre Lijoy

Numerosi sono stati gli attestati di stima e di edificante solidarietà manifestati nella nostra parrocchia basilicale e nelle varie comunità ecclesiali della Diocesi e fuori Diocesi sia per l’animazione liturgica dei canti che per il servizio di carità verso gli ammalati, i poveri e gli anziani. Il Cenacolo, nei suoi rappresentanti, non ha mancato di offrire il dono della presenza propositiva anche nelle manifestazioni storico-culturali e sociali.
Tra le tante testimonianze, riportiamo, in primis, quella lasciataci dal padre Sebastiano Lijoy Chiriyankandath, frate cappuccino dell’India, invitato dal parroco a condividere, per un periodo di sei mesi, il ministero pastorale parrocchiale.

“La Basilica dell’Eremo è una Chiesa dedicata alla “S. Maria Madre della Consolazione”. Essa non ha alcuna pretesa come potrebbe averla una grande basilica, ma, nella sua semplicità, attira migliaia di persone bisognose di preghiera, di conversione e di vita sacramentale.
Si tratta come di un’oasi, ma non è nel deserto, ma in provincia di Calabria e precisamente nella città di Reggio. Qui le persone, che vivono nella desolazione, nello scoraggiamento e nell’abbandono, trovano consolazione e conforto.
Sono stato davvero fortunato di essere qui per tre mesi e ora posso testimoniare la grande fede e la profonda speranza delle persone che frequentano questa casa di preghiera, cercando l’aiuto della nostra Madre della Consolazione. Tra di loro vi erano molte persone venute per ringraziare il Signore per le benedizioni e le guarigioni ricevute. Sorprendentemente ho incontrato molti giovani che si sono introdotti, come i non credenti, ma ho notato gocce di lacrime agli occhi e la speranza sui loro volti mentre tornavano a casa.
Questa casa di preghiera ci ricorda che ancora Dio è presente in mezzo a noi e fa miracoli per noi.
Un’altra attrazione, che ho trovato qui, è il Cenacolo di “Maria Consolatrice.” Un misto gruppo di persone, singole e sposate, con i cuori uniti dalla melodia divina nella lode a Dio e nel dare testimonianza dell’amore divino e umano nella parrocchia, nella famiglia e nel loro posto di lavoro.
La sera i membri trovano il loro prezioso tempo per essere uniti nella preghiera e nella prova dei canti per la celebrazione Eucaristica dopo il lungo e noioso lavoro del giorno. Ma si dicono, in una sola voce, che dopo ogni riunione o incontro, tornano alle loro case rinnovati nello spirito e nell’amore per riprendere il lavoro del giorno successivo.
Il Cenacolo di “Maria Consolatrice” mi sembra che è una post-moderna miniatura della prima comunità cristiana per il nostro tempo, impegnato a lavorare, nel contesto delle correnti mondane, secondo lo spirito dei valori evangelici.
Quando la solitudine, le malattie, la crisi dei valori nella famiglia e nella società sfidano la nostra esistenza umana e cristiana, emerge il bisogno della Parola di Dio e dell’amore fraterno, perché sono veramente pochi quelli che vivono il vero amore di Dio nella vita quotidiana.
E’ merito del servizio disinteressato e dedicato alle anime individuali e alla comunità ecclesiale di padre Giuseppe Sinopoli se il Signore ha operato tutte queste grazie.
Dio vi benedica.
Santa Maria Madre della consolazione,
Avvocata del popolo reggino
Prega per noi!


Altre testimonianze

Iolanda: Il Cenacolo "Maria Consolatrice" mi ha dato tanto e mi ha fatto crescere nella fede e nell’amore di Gesù e di Maria.
Filippo: Quando canta il Cenacolo durante la Messa la preghiera mi entra nel cuore e mi sento più attratto verso Gesù che si dona nel sacramento dell’Eucaristia.
Don Francesco: Il Cenacolo "Maria Consolatrice" è un gruppo di persone che trasmette con semplicità e umiltà  la gioia di essere devoti alla Madonna della Consolazione.
Maria: Ascoltare o cantare con i Cenacolini e recitare con loro il Rosario meditato mi ha aiutato ad apprezzare di più la devozione verso la Madonna e a vivere meglio la santa Messa.
Vittorio: Che nostalgia di quelle bellissime adorazioni Eucaristiche che ti facevano dimenticare i problemi e ti davano la sensazione di una pace nel cuore indescrivibile.
Pina: Che bello partecipare ad una Messa insieme ai Cenacolini.
Lucilla: Il Cenacolo "Maria Consolatrice" mancava in una Basilica così importante come quella dell’Eremo. Ed ora siamo veramente contenti di pregare e di cantare con essi durante le funzioni liturgiche.
Ambrogio: Seguo i Cenacolini da due anni e riconosco che sono una grande ricchezza per la nostra comunità parrocchiale.
Antonio: Conosco la loro garbata, affettuosa e puntuale disponibilità e ne rimango ammirato di ciò che testimoniano i Cenacolini.
Pietro: Con il Cenacolo si è accesa una luce nella nostra chiesa della Madonna della Consolazione.
Filomena: Grazie al Cenacolo "Maria Consolatrice" ho ritrovato il piacere di recitare il Rosario e di venire a Messa.
Giovanni e Elvira: Abbiamo celebrato il nostro XXV di matrimonio con un’emozione eccezionale e questo per merito anche dei bellissimi canti eseguiti dal Cenacolo "Maria Consolatrice".

(Fonte: Sinopoli Giuseppe, La Madonna della Consolazione, i Frati Cappuccini e il Popolo Reggino, Reggio Calabria 2015, 758-769).