Preghiera alla Madre della Consolazione del can. G. Calabrò
composta subito dopo il terribile terremoto del 1908

Con fede ardente degli avi e colla loro inconcussa fiducia nel tuo valevole patrocinio, noi t’invochiamo, o nostra Protettrice, o nostra Avvocata, o nostra gloriosissima Madre della Consolazione. Quattro secoli di tua vigile e incessante assistenza ce ne danno il diritto, e un’aurea, ininterrotta catena di favori, di grazie e di strepitosi prodigi ci apre il cuore alle più liete speranze. Ah, sì, tu sei stata e sei sempre la nostra Madre carissima, e noi siamo e saremo ognora i tuoi amantissimi figli, il tuo diletto e fedele popolo reggino. Volgi dunque su noi pietoso lo sguardo materno, apri benigno l’orecchio al suono dei nostri gemiti, accogli amorosa la nostra preghiera, leva la mano potente e benedici. La tua benedizione scenda copiosa sul nostro Pastore, su la Chiesa Reggina, e su la risorgente Città, su ciascuno di noi, e sia fonte di grazia, di progresso, di santità, di benessere; sia pegno della tua continua ed efficace protezione; sia arca sicura del celestiale sorriso col quale ci conforterai nei bisogni e nei dolori della vita e ci allieterai un giorno tra lo splendore dei santi. Così sia.
Can. G. Calabrò
"Tutto l’essere ed operare delle creature ha da andare a Dio: cioè tutto farsi a sua gloria".

"Un albero si secca, se si fa spesso mutar di luogo".

"Una ferita nel corpo ti fa gemere, tante ferite mortali nell’anima non ti pesano. Prega, prega Dio che te le faccia sentire, e se ottieni la grazia, cercherai il medico che ti guarisca, né ti quieterai finché non abbi ricuperato la vita, e la salute".

"Tre generi di vita si possono menare da viventi: viver da bruto, viver da uomo, viver da cristiano.
Il bruto è regolato dai soli sensi, l’uomo dalla ragione, il cristiano dalla fede".

"Temete la calca enorme dei vostri peccati? Maria è impegnata ad impetrarvi l’indulto, e la remissione".

"Si guardi di non giudicar male alcuno, né condannarlo, ma più tosto giudichi e condanni se stesso".