17/04/2009
Pasqua 2009: Messaggio dell’Arcivescovo
 
A tutti i fedeli della Diocesi
Carissimi, 
                   c’é un canto che fra pochi giorni risuonerà nel cuore della notte nel grembo delle nostre chiese. Mentre le luci saranno tutte spente e la fiamma del Cero, simbolo del Cristo che risorge, squarcerà da sola per prima il buio fitto, risuonerà l’annuncio solenne: “Lumen Christi”!

         Una luce e un annuncio che si faranno strada non solo lungo lo spazio fisico delle nostre chiese, ma lungo lo spazio interiore del cuore. È Cristo che entra - uscendo dall’abisso della sua morte - nelle profondità della nostra vita. Entra per donarci la speranza!

         Fratelli carissimi, é ormai imminente la Pasqua del Signore. La viviamo quest’anno, dentro questa nostra Chiesa locale, in un contesto di sentimenti e di segni contrastanti: da una parte la paura del domani che tocca la vita di tanti, soprattutto fra i più fragili e indigenti: una paura che nasce dalle preoccupazioni legate all’attuale crisi economica, i cui effetti producono ferite nella storia di tante famiglie; dall’altra parte il profilarsi di alcuni segnali positivi, carichi di prospettive interessanti... 

         Mi limito a richiamare fra questi, sul campo socio - economico, l’inserimento di Reggio Calabria fra le città metropolitane, con l’insieme delle responsabilità che tale prospettiva richiede; e sulla frontiera ecclesiale, la scelta della stessa Reggio quale sede della prossima Settimana Sociale dei Cattolici Italiani, con gli eccezionali risvolti che tale evento comporta.

         Ma la Pasqua, fratelli carissimi, lasciatemelo dire, va al di là di tutto questo.

         Se, infatti, attraversa le nostre ferite come balsamo e consolazione divina, e accompagna le attese sostenendo le nostre speranze, Essa - evento di Dio dentro la storia dell’uomo - si colloca decisamente “più in là”. 

         Certifica inesorabilmente i limiti di tutto ciò che é umano ed insieme eleva l’umano dentro gli orizzonti divini.

         È, la Pasqua, la vittoria sulla morte!

         Se l’uomo senza Cristo “nasce - come é stato scritto - semplicemente per morire”, con il Signore Risorto muore semplicemente per risorgere.

         Crea la Pasqua, dentro le pagine della nostra storia, i segni di una storia divina; trasforma la vita umana e le sue debolezze, i suoi limiti e la fragilità del tempo, nella ricchezza incomparabile della vita eterna.

         Fratelli carissimi, con la Pasqua tutto si riveste di un senso diverso: perfino il dolore diventa fecondo. E l’esperienza umana si apre agli orizzonti divini, che toccano le sponde dell’Infinito.

         A Maria di Magdala Gesù Risorto - nell’incontro del mattino di Pasqua dentro il giardino del sepolcro vuoto - dà un compito preciso: “Di’ ai miei fratelli che li precedo in Galilea”. Il Risorto ci ‘precede’; é sempre più in là. E quando - come accadde ai due di Emmaus - si riesce a vederlo, a toccarlo, e il cuore si accende del fuoco dell’amore, Egli scompare dalla nostra vista, per invitarci a cercarlo ancora, in un perenne “altrove”, che dura quanto e più della nostra vita.

         È questo il cammino che inizia con la Pasqua, fratelli carissimi: un andare sempre alla ricerca del Signore Risorto, con l’accortezza di riconoscerlo lì dove si nasconde, negli ultimi della terra, e con il desiderio di non smettere mai di cercarlo fino a contemplarlo in eterno nella bellezza del Suo volto.

         È il mio augurio di Pasqua, unito al mio impegno di Pastore delle vostre anime, e all’offerta del mio umile servizio perché in questo faticoso e gioioso cammino di ricerca sia pienamente immersa la storia della nostra Chiesa.

         Buona Pasqua!

         Reggio Calabria, 31 marzo 2009
+ Vittorio Luigi Mondello
Arcivescovo Metropolita
 
"Tutto l’essere ed operare delle creature ha da andare a Dio: cioè tutto farsi a sua gloria".

"Un albero si secca, se si fa spesso mutar di luogo".

"Una ferita nel corpo ti fa gemere, tante ferite mortali nell’anima non ti pesano. Prega, prega Dio che te le faccia sentire, e se ottieni la grazia, cercherai il medico che ti guarisca, né ti quieterai finché non abbi ricuperato la vita, e la salute".

"Tre generi di vita si possono menare da viventi: viver da bruto, viver da uomo, viver da cristiano.
Il bruto è regolato dai soli sensi, l’uomo dalla ragione, il cristiano dalla fede".

"Temete la calca enorme dei vostri peccati? Maria è impegnata ad impetrarvi l’indulto, e la remissione".

"Si guardi di non giudicar male alcuno, né condannarlo, ma più tosto giudichi e condanni se stesso".