18/12/2011
Avvento 2011: Messaggio dell’Arcivescovo




A tutti i fedeli dell’Arcidiocesi


Carissimi fratelli e sorelle,

                                sta per iniziare un nuovo Anno Liturgico che, con la prima domenica di Avvento del 27 Novembre p.v., ci invita a prepararci a vivere con impegno il Natale di Nostro Signore Gesù Cristo.

       È questo il mistero cristiano che fa riflettere su una realtà impossibile ad immaginarsi da mente umana, e cioè che Dio ha scelto di farsi uomo per aiutare l’uomo a diventare figlio di Dio.

       L’incarnazione è per Dio la manifestazione del suo grande amore per l’uomo nonostante che questo si fosse da Lui allontanato col peccato.

       Giovanni nel Prologo del suo Vangelo dice che Egli “venne ad abitare in mezzo a noi”. Questo è il tema di riflessione che la Chiesa propone per questo Avvento.

       Esso pone in risalto che Dio non è venuto sulla Terra soltanto per una visita più o meno fugace, ma “pose la sua dimora in mezzo a noi”. Il testo greco di Giovanni dice “pose la sua tenda in mezzo a noi”. Ciò significa che non solo si è fatto uomo ma ha voluto stare con noi, abitando insieme a noi sotto una tenda che per il popolo ebraico era la casa facilmente smontabile e rimontabile durante l’esodo nel deserto.

       È allora interessante capire quale accoglienza Egli ha avuto dagli uomini.

       Ci sono stati e ci sono coloro che sono rimasti indifferenti e ai quali non importa nulla di Dio e del suo amore per l’umanità.

       Ci sono stati e ci sono coloro che pur incontrandoLo si sono rivolti contro di Lui perché la Sua presenza li disturbava nelle realizzazioni delle proprie passioni. Giovanni nota, quasi con amarezza, “et sui eum non receperunt” (i suoi non l’hanno ricevuto).

       Ci sono stati e ci sono coloro che Lo hanno accolto con fede ed hanno tentato in tutti i modi, con l’aiuto di Dio stesso, di rispondere al Suo amore col donarsi pienamente a Lui e ai propri fratelli.

       Costoro, dice ancora Giovanni, sono stati costituiti figli di Dio per intervento dell’unico Figlio naturale di Dio: Gesù Cristo.

       Il periodo dell’Avvento dovrebbe perciò aiutarci a comprendere sempre meglio il significato di essere divenuti figli nel Figlio e quindi entrati a far parte della famiglia del Dio uno e trino.

       Questo ci permetterà di prepararci meglio all’incontro col Dio bambino e di sentirci non solo fratelli con lui ma anche fratelli dell’intera umanità, specialmente dei più poveri, degli ammalati, degli anziani, degli immigrati e di quanti in genere soffrono per mancanza di beni materiali ma soprattutto per mancanza di amore.

       Questo Avvento dovrebbe spingere tutti i cristiani che vogliono veramente rispondere all’amore di Cristo, a manifestare il loro amore ai fratelli più bisognosi.

       Per tale motivo celebriamo ogni anno l’Avvento come Avvento di fraternità, impegnandoci a fare qualche piccolo sacrificio e a donarne il frutto, più o meno abbondante, per i nostri fratelli più bisognosi.

       Il Signore ci sostenga con la sua grazia perché tale cammino verso il Natale ci permetta di incontrarLo e di incontrare in Lui tutti i nostri fratelli.

       Di vero cuore invio a tutti la mia pastorale benedizione.

       Reggio Calabria, 16 novembre 2011

 

                                                                                               X Vittorio Mondello

                                                                                                   Arcivescovo Metropolita

 
"Tutto l’essere ed operare delle creature ha da andare a Dio: cioè tutto farsi a sua gloria".

"Un albero si secca, se si fa spesso mutar di luogo".

"Una ferita nel corpo ti fa gemere, tante ferite mortali nell’anima non ti pesano. Prega, prega Dio che te le faccia sentire, e se ottieni la grazia, cercherai il medico che ti guarisca, né ti quieterai finché non abbi ricuperato la vita, e la salute".

"Tre generi di vita si possono menare da viventi: viver da bruto, viver da uomo, viver da cristiano.
Il bruto è regolato dai soli sensi, l’uomo dalla ragione, il cristiano dalla fede".

"Temete la calca enorme dei vostri peccati? Maria è impegnata ad impetrarvi l’indulto, e la remissione".

"Si guardi di non giudicar male alcuno, né condannarlo, ma più tosto giudichi e condanni se stesso".