"Granelli di sale" e "Fiammelle di luce" di p. Gesualdo Malacrinò per ogni giorno dell’anno
"Granelli di sale" e "Fiammelle di luce" di p. Gesualdo Malacrinò per ogni giorno dell’anno
a cura di p. giuseppe sinopoli


Premessa


Si è pensato di selezionare, dai manoscritti inediti di padre Gesualdo Malacrinò da Reggio Calabria, alcuni "granelli di sale" (cfr. Mt 5,13) e "fiammelle di luce" (cfr. Mt 5,14) e di proporli a chi avverte il bisogno di nuovi stimoli per tendere a maggiore perfezione; e a chi desidera ravvivare il lucignolo fumigante della fede, insaporendo la ferialità esistenziale nell’amore di Dio e del prossimo e nell’armonia del creato.
Siamo aggrediti da una crisi sociopolitica, culturale e religiosa preoccupante.
"A livello sociopolitico ed economico conosciamo i condizionamenti e le situazioni che rivelano, non soltanto l’esistenza di profondi cambiamenti, ma anche un dinamismo accelerato difficile da gestire e controllare. Si pensi a fenomeni come: la globalizzazione, la complessità e il pluralismo sociali; lo sviluppo scientifico e tecnologico; l’esplosione dei nazionalismi, dei fondamentalismi; le forme svariate d’intolleranza; il (dis-)ordine economico internazionale.
A questi elementi vanno poi accostati i condizionamenti e le trasformazioni culturali del nostro tempo, legati alle esigenze della modernità (la secolarizzazione, la razionalità scientifica, l’emergenza del soggetto, il senso della democrazia, il desiderio di partecipazione e di comunicazione), ai tratti tipici della postmodernità (crisi di ideologie, ’pensiero debole’, appartenenze corte, valori bassi, nuova percezione del tempo, frammentazione, dispersione) e all’influsso decisivo della società mediatica, con tutti i cambiamenti culturali e comunicativi di cui è portatrice.
Tutti i fattori sopra ricordati fanno da cornice alle trasformazioni odierne del fatto religioso. La situazione religiosa nel mondo d’oggi si presenta quanto mai complessa, sconcertante, problematica. C’è da una parte la crisi evidente delle istituzioni religiose, delle religioni tradizionali e, in fondo, la profonda crisi del cristianesimo.
A questo proposito non mancano oggi diagnosi preoccupate, allarmanti. Si parla di crisi profonda della fede e della Chiesa, di vera catastrofe, di ’crisi di Dio’ (J. B. Metz). Si ricorre alle immagini dell’eclisse, dell’inverno, della demolizione. Del cristianesimo si dice che rassomiglia ai ponti che sono serviti alla costruzione della cultura occidentale, ma oramai del tutto inutili, oppure a un insieme di bei ruderi da ammirare in un museo o da utilizzare come pezzi ornamentali (Martìn Velasco 1996, 11-15).
Ma d’altra parte, c’è da constatare una certa tenuta e un ritorno della religione, con il pullulare anche di nuove forme di religiosità (gruppi, movimenti, sette, New Age, ecc.). E’ una situazione non priva di ambiguità e intrisa spesso di segni di immaturità e inautenticità: fanatismi, integrismi, fondamentalismi, ricerca patologica di sicurezze, ecc.
La religione e la fede cristiana, considerate per tanto tempo un valore fondamentale per la vita, appaiono oggi invece come un prodotto deprezzato, non più significativo agli occhi di molti. Vivere di fede e vivere la fede sono cose di cui in fondo si può fare a meno, senza gravi inconvenienti. La soluzione dei problemi concreti della vita va cercata altrove. E molti non sanno più come rispondere a domande di fondo come queste: perché essere cristiano? che bisogno c’è? ne vale la pena?1 "(E. Alberich).
E’ evidente che queste domande sollecitano l’urgenza e la necessità di riappropriarsi del senso della vita, "usurpato" da forze globali irruenti e, apparentemente, incontrastanti nel tessuto sociopolitico, culturale con ripercussione sul fenomeno religioso, sia a livello individuale che comunitario. Per cui la persona, condizionata e disorientata, sta vivendo in balia di una precarietà disarmante, i cui effetti negativi sono chiaramente visibili sul suo volto, inquieto e stanco.
L’uomo ha bisogno di ritrovarsi, ma fa enorme fatica, in quanto si sente sfiduciato e impotente.
Avverte la tristezza della solitudine e del ripiegamento su se stesso e, spesso, si sente abbandonato perfino da Dio.
Sia pure in un contesto diverso, meno comunicativo e, perciò, meno generalizzato, per la carenza di mezzi tecnici, l’epoca del padre Gesualdo era pervasa da una problematica simile. Allora, come oggi, si tentava, da parte delle persone "importanti", di "soggiogare" l’uomo, sottraendolo alla sua "signoria", che gli veniva da Dio, ricorrendo, in alcuni casi, a tutte le opzioni che il potere e il privilegio della cultura o dei soldi consentiva loro.
Non, quindi, a servizio dell’uomo, per aiutarlo a crescere e a progredire, ma per servirsene e sfruttarlo, allo scopo di rafforzare il proprio potere e la propria incidenza economica e socio-culturale.
Così provato, l’uomo, specie quello più fragile, cadeva nella trappola della fatalità e del graduale impoverimento dell’autorevolezza dei principi, che fino allora l’avevano sostenuto ed incoraggiato. Quello di carattere più intraprendente, invece, cercava di investire la sua giornata esistenziale sulle occasioni, di qualunque genere, da sfruttare al volo, in barba a qualsiasi principio.
E se per l’uno la religione rimaneva comunque il punto di riferimento compensatore, per l’altro essa aveva perduto la sua credibilità.
Padre Gesualdo si è prodigato con tutte le sue forze perché ogni uomo potesse ritornare sui suoi passi e mettersi alla sequela di Cristo.
Uomo di profonda cultura e di formidabile sensibilità ai segni dei tempi, non ha lesinato, come san Paolo, di “farsi tutto a tutti” (1Cor 9,22), specialmente ai lontani da Dio, per guadagnare il maggior numero a Cristo (cfr. 1Cor 9,19).
E’ stato un pioniere nella riforma della metodologia scolastica e della vita cappuccina, scrivendo personalmente i testi e fondando i conventi di ritiro.
I suoi molteplici impegni e la sua cagionevole salute non gli hanno impedito di accogliere, ascoltare e accompagnare spiritualmente chiunque si rivolgesse a lui per confessarsi, confidarsi o semplicemente per un consiglio, fattogli pervenire anche per lettera.
I "granelli di sale" e le "fiammelle di luce" ne sono un esempio concreto ed efficace di questua sua premura pastorale, a beneficio di quanti volessero approfittare, come noi del XXI secolo, per una nuova civiltà dell’amore e della cooperazione tra i popoli, nella giustizia e nella pace.
Un “granello” o una “fiammella” al giorno, per ogni giorno dell’anno, cuore a cuore con padre Gesualdo: un umile cappuccino che si è fatto, sulle orme di Gesù e sull’esempio di san Francesco d’Assisi, servo zelante della Parola di Dio e pane di carità e di speranza a ogni uomo, a tutto l’uomo, di ogni condizione, età e cultura.
La Madonna della Consolazione renda, con la sua materna preghiera, gustosi questi “granelli” e vive queste “fiammelle” in modo che possano consolare e infiammare il cuore di coloro che, con spirito umile e docile, li leggono, traendo salutare giovamento, per la gloria di Dio e il bene delle loro anime, e possano così essere lievito e fermento per una società migliore.
P. Giuseppe Sinopoli

PRESENTAZIONE


       Ho accettato con piacere l’idea di p. Sinopoli di pubblicare un pensiero di p. Gesualdo Malacrinò per ogni giorno dell’anno, ricavandolo dagli scritti del Venerabile Cappuccino.

       Significativo il titolo che ha voluto porre a questa pubblicazione: “Granelli di sale e fiammelle di luce”. Esso richiama l’invito di Gesù perché i suoi seguaci siano nel mondo sale e luce.

       Lo è stato il Ven. p. Gesualdo che con la sua sapienza e la sua santità di vita ha dato un serio impulso alla cultura del suo tempo e soprattutto ha testimoniato l’amore di Cristo verso tutti specialmente i più poveri e sofferenti.

       Mi auguro che la quotidiana lettura di questi granelli di sale e fiammelle di luce aiutino noi cristiani del XXI secolo a essere sempre più autentici testimoni di Cristo per rinnovare la società nella quale viviamo.

       Reggio Calabria, 21 gennaio 2009
 

+ Vittorio Mondello
Arcivescovo Metropolita
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1. ALBERICH E., Catechesi rinnovata per una nuova evangelizzazione, in ISTITUTO DI CATECHESTICA, Facoltà di Scienze dell’Educazione – Università Pontificia Salesiana, Andate e insegnate. Manuale di Catechetica, Roma 2002, p. 18.
"Tutto l’essere ed operare delle creature ha da andare a Dio: cioè tutto farsi a sua gloria".

"Un albero si secca, se si fa spesso mutar di luogo".

"Una ferita nel corpo ti fa gemere, tante ferite mortali nell’anima non ti pesano. Prega, prega Dio che te le faccia sentire, e se ottieni la grazia, cercherai il medico che ti guarisca, né ti quieterai finché non abbi ricuperato la vita, e la salute".

"Tre generi di vita si possono menare da viventi: viver da bruto, viver da uomo, viver da cristiano.
Il bruto è regolato dai soli sensi, l’uomo dalla ragione, il cristiano dalla fede".

"Temete la calca enorme dei vostri peccati? Maria è impegnata ad impetrarvi l’indulto, e la remissione".

"Si guardi di non giudicar male alcuno, né condannarlo, ma più tosto giudichi e condanni se stesso".