Un medico liberato da un grosso calcolo renale

Alessandro Canale da Sambatello, di professione medico, sin dal 1840 soffre di calcoli. Uno di questi si blocca nell’uretere destro, provocandogli lancinanti coliche. Ricorre alle arti mediche e, nonostante i consigli di altri esperti, non ottiene alcun risultato positivo.
Trascorrono otto anni, quando un grosso calcolo si muove e va ad ostruire anch’esso l’uretere destro. E’ tanto il dolore che per ben due giorni rimane a letto quasi immobilizzato. Anche in questo caso ogni ricorso alla medicina risulta inefficace.
Allora la moglie, Luisa Cimino, va dalle amiche Andiloro e chiede il cingolo del Venerabile, che devotamente custodiscono. Avutolo, lo pone sulla parte dolorante del marito, esortandolo a recitare con viva fede, insieme a lei, un Padre nostro, un’Ave Maria ed un requie al padre Gesualdo. Non passa mezzora ed il paziente elimina senza alcuna difficoltà il calcolo della grossezza di un cece e di forma quasi piramidale. Da quel giorno, grazie al prodigio operato da padre Gesualdo, non assume più alcuna medicina, essendo completamente guarito, anche dall’abituale emissione di renella (Summarium 7-9).
"Tutto l’essere ed operare delle creature ha da andare a Dio: cioè tutto farsi a sua gloria".

"Un albero si secca, se si fa spesso mutar di luogo".

"Una ferita nel corpo ti fa gemere, tante ferite mortali nell’anima non ti pesano. Prega, prega Dio che te le faccia sentire, e se ottieni la grazia, cercherai il medico che ti guarisca, né ti quieterai finché non abbi ricuperato la vita, e la salute".

"Tre generi di vita si possono menare da viventi: viver da bruto, viver da uomo, viver da cristiano.
Il bruto è regolato dai soli sensi, l’uomo dalla ragione, il cristiano dalla fede".

"Temete la calca enorme dei vostri peccati? Maria è impegnata ad impetrarvi l’indulto, e la remissione".

"Si guardi di non giudicar male alcuno, né condannarlo, ma più tosto giudichi e condanni se stesso".