La prima festa liturgica con la statua di San Pio da Pietrelcina (23 Settembre 2008)


“Avevo sentito parlare di padre Pio, ma ignoravo chi fosse, perchè la mia fede era quasi svanita del tutto.
Una notte, preso dalla disperazione, mi sono rivolto a lui perchè mi aiutasse. Stavo vivendo, infatti, un periodo di scoraggiante difficoltà. E l’aiuto non tardò a venire. Spinto da un impulso irresistibile, mi sono, poi, recato a San Giovanni Rotondo e li ho scoperto la gioia della preghiera, mentre una pace ed una serenità m’inondavano il cuore.
Da quel giorno padre Pio non mi ha più abbandonato. Grazie a lui ho ritrovato la fede e ho imparato che qualsiasi cosa chiedo con animo di bambino egli me la ottiene.
Di fronte a tanta provvidenza dovevo anch’io lasciare un segno concreto di gratitudine, oltre naturalmente ad una vita di fede viva e caritatevole. Ho pensato ad una statua da collocare nella Basilica della Madonna della Consolazione, conoscendo la sua straordinaria predilezione verso la Madre di Dio. Ho interpellato il superiore dei cappuccini dell’Eremo, padre Giuseppe Sinopoli, il quale mi ha subito manifestato grande gioia e disponibilità.
Ora, assieme alle statue di San Francesco d’Assisi e di Sant’Antonio di Padova, vi è pure la statua di San Pio da Pietrelcina (dono della famiglia Artuso e degli amici di Padre Pio), e speriamo presto anche quella del venerabile Padre Gesualdo, della stessa famiglia di san Pio e figlio della nostra terra”.
A rendere questa spontanea dichiarazione è stato Aldo Artuso, che ha riscoperto la bellezza della fede grazie proprio al Santo di Pietrelcina, nel 90° anniversario del dono delle stimmate (20 settembre 1918) e nel 40° anniversario della sua morte (23 settembre 1968).
La benedizione della bellissima statua ha avuto luogo dopo la solenne concelebrazione Eucaristica delle ore 19,00 presieduta da don Antonio Baccellieri.
L’evento è stato reso più significativo da un concerto del Coro Polifonico “Madonna della Consolazione”, diretto dal maestro Luigi Miriello, che si è tenuto nella Basilica dell’Eremo alle ore 20,00.
Martedì 23 settembre 2008, giorno della festa di San Pio, si è concluso il triduo in suo onore con la solenne concelebrazione Eucaristica, alla ore 19,00, presieduta da don Antonio Baccellieri, il quale ha edificato l’assemblea con coinvolgente omelia, ispirata al vastissimo patrimonio umano e spirituale del Santo religioso cappuccino.
L’Eucaristia è stata predeceduta da una breve riflessione del parroco moderatore, così espressa: “La notte scorsa è stata la quarantesima veglia di preghiera che si è celebrata a San Giovanni Rotondo: un atto d’amore a Dio, in comunione con San Pio, che via via ha dilatato i confini del cuore dell’umanità, in generale, e, in particolare, il cuore delle fraternità cappuccine e delle comunità ecclesiali dove vivono i Gruppi di Preghiera di Padre Pio, tanto raccomandati, quando era in vita, dal Santo di Pietrelcina.
P. Pio viveva le sue notti come un’immolazione contemplativa, liberando la sua anima nel rapimento estatico della Parola di Dio e dell’orazione imploratrice a Gesù e a Maria: “Pietà, Gesu!”; “Maria, rifugio dei peccatori, prega per noi!”.
S’immolava, nel Cristo crocifisso, per la salvezza delle anime.
A volte brusco, apparentemente impaziente, abitualmente sereno, ma sempre a braccia aperte per accogliere, scuotere ed intenerire il cuore del peccatore, esortandolo ad abbandonarsi nella sconfinata misericordia divina.
P. Pio è stato segnato nella carne dai chiodi della croce, mentre era immerso nella preghiera nel coro dell’antica chiesetta. Da quella mattina ad oggi sono passati novant’anni: era infatti il 20 settembre 1918 e il ricordo rimane indelebile nella memoria universale.
Le ferite nelle mani, nei piedi e nel costato, che P. Pio ha portato aperte e sanguinanti per mezzo secolo, sono segni di predilezione del Signore, che indicano la volontà del Figlio di Dio di tenerci crocifissi a Lui e così venire salvaguardati dalla seduzione dell’abbandono e del peccato.
E’ la strada stretta evangelica della santità; quella strada che P. Pio ha percorso con totale abbandono di sacrificale amore, senza mai un lamento, anche quando l’Autorità ecclesiastica e dell’Ordine ha messo duramente alla prova la sua umiltà discepolare alla sequela di Cristo e la sua obbedienza alla volontà del Padre, che è nei cieli, alla stessa Chiesa e all’Ordine.
D’altronde alla santità non si giunge secondo le nostre vie; e più stretta è la via, più diventa purificatrice e splendente della santità divina.
Il Signore l’ha tracciata stretta per meglio aiutare, chiunque sceglie di percorrerla, a camminare senza sbandamenti, più sicuro e più spedito lungo il calvario che conduce alla passione, alla crocifissione e alla resurrezione in Cristo.
Questo è possibile se il Pane della Parola e il Pane eucaristico diventano nostri alimenti quotidiani, trasformandoci in tabernacolo di Cristo e tenda per l’umanità, spezzando, sull’esempio di San Pio, il pane della testimonianza evangelica e misericordiosa nella ferialità esistenziale, soprattutto a chi è lontano da Dio e dalla mensa della Parola e dell’Eucaristia.
Lo abbiamo visto tutti, di persona e attraverso i mezzi di comunicazione, come P. Pio s’immergeva, estatico, nella preghiera per lunghe ore, serviva il sacramento della riconciliazione, fino a quattordici ore al giorno, assisteva i suoi figli spirituali, celebrava il santa Messa, esortava tutti alla riconciliazione, all’amore di Dio e del prossimo, all’affidamento filiale alla Vergine Maria. E abbiamo pure toccato con mano quanto si è prodigato per sollevare le fragilità umane e fisiche dell’umanità, istituendo la Casa sollievo della sofferenza e incoraggiando le strutture, che oggi i suoi confratelli stanno, nel suo nome e con la sua benedizione, moltiplicando, sicuri della provvidenza divina, per accogliere ogni emergenza esistenziale, specialmente dei più poveri, dei più bisognosi e dei più emarginati, e per solidarizzare con coloro che, provati dagli anni e dalla solitudine, hanno bisogno del servizio fraterno”.

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"Tutto l’essere ed operare delle creature ha da andare a Dio: cioè tutto farsi a sua gloria".

"Un albero si secca, se si fa spesso mutar di luogo".

"Una ferita nel corpo ti fa gemere, tante ferite mortali nell’anima non ti pesano. Prega, prega Dio che te le faccia sentire, e se ottieni la grazia, cercherai il medico che ti guarisca, né ti quieterai finché non abbi ricuperato la vita, e la salute".

"Tre generi di vita si possono menare da viventi: viver da bruto, viver da uomo, viver da cristiano.
Il bruto è regolato dai soli sensi, l’uomo dalla ragione, il cristiano dalla fede".

"Temete la calca enorme dei vostri peccati? Maria è impegnata ad impetrarvi l’indulto, e la remissione".

"Si guardi di non giudicar male alcuno, né condannarlo, ma più tosto giudichi e condanni se stesso".