Venerdì santo: "Volgeranno lo sguado a Colui che hanno trafitto" (Gv 19,37) [2010]

"Venite adoriamo"

La liturgia del venerdì santo si evolve con una struttura sobria ed un contenuto altamente drammatico, che coinvolge il Figlio di Dio, il quale viene rifiutato dagli uomini e inchiodato su un legno a forma di croce.

Non una rappresentazione scenica, ma l’evento clou della salvezza, e cioè la passione e la morte di Cristo, di fronte alla quale la comunità della parrocchia "S. Maria Madre della Consolazione", animata dai frati cappuccini e magistralmente coordinata dai nostri studenti cappuccini fra Luigi Grisi e fra Ippolito Fortini, esprime una partecipazione viva e coinvolgente, non pertanto da spettatrice, ma da condivisione adorante. A questo grande evento di grazia, che è la Pasqua, del Signore, ci si è preparati con un cammino quaresimale animato con le proposte formulate dalla liturgia della Parola del mercoledì delle ceneri, e cioè: la preghiera, la penitenza e la carità.

Accompagnati dall’esempio della Vergine Maria, che ha ascoltato e serbato nel cuore tutto quanto “usciva” dal cuore, dallo sguardo e dalle labbra del Figlio, i parrocchiani hanno cercato di attingere a questa sorgente di grazia non solo con il dono della presenza ma anche e soprattutto partecipando attivamente alla celebrazione dei santi misteri, la cui preparazione liturgica è stata curata, nei minimi dettagli, con zelo e devozione dalla comunità cappuccina e da due giovani studenti, fra Luigi e fra Ippolito.

Dopo la prostrazione orante ed il saluto di padre Giuseppe Sinopoli, che ha presieduto la celebrazione dei riti, con il gruppo dei lettori ed i diaconi si è dato inizio alla proclamazione della Parola di Dio, facendo memoria della Passione e Morte del Signore.

Trascorsi alcuni minuti di silenzio meditativo, p. Giuseppe ha tenuto una breve omelia, focalizzando il tema della sofferenza di Gesù nella sua condizione di uomo, nella figura del Servo sofferente presentato da Isaia e come Sommo Sacerdote e vittima, e stimolando importanti atteggiamenti interiori, quali il silenzio, l’ascolto della Parola di Dio e della parola dell’uomo, la contemplazione, la preghiera, la penitenza da trasformare in opera di carità, specie verso i più poveri dei poveri. La Parola di Dio, infatti, senza la carità non ha l’efficacia che dovrebbe avere.

Si è proseguito con la preghiera universale, durante la quale si è percepita chiaramente la sensazione netta di essere “una sola cosa”, come ci insegna Gesù nella preghiera, tramandata a noi da Giovanni nel suo vangelo al capitolo 17, che esprime la più intima e coinvolgente unione di corpo e di anima.

Particolarmente suggestivo il momento dell’adorazione della Croce, portata processionalmente dal parroco con le tre tradizionali soste, durante le quali ha cantato il versetto: “Ecco il legno della croce, al quale fu appeso il Cristo, Salvatore del mondo", al quale  il Coro Polifonico “Madonna della Consolazione, diretto dal maestro Luigi Miriello, e l’assemblea hanno risposto: “Venite adoriamo”.

Giunti all’altare, il crocifisso è stato collocato su un grande drappo rosso per facilitare l’adorazione personale "libera", nel senso che ogni partecipante ha potuto intrattenersi in colloquio intimo con Gesù secondo l’ispirazione del proprio cuore.

Intimamente coinvolgenti le espressioni emozionali che si è potuto cogliere sul volto dei fedeli, lasciando un segno di forte edificazione. Contestualmente ineccepibili, infine, le esecuzioni canore dei lamenti del Signore a cura del Coro Polifonico, che hanno accompagnato la preghiera adorante.

Terminata l’adorazione, si è stesa sull’altare una tovaglia bianca ponendovi sopra il corporale e il Messale per l’ultima parte della celebrazione liturgica, culminante con la distribuzione dell’Eucaristia, che il diacono ha prelevato dal ciborio all’Altare della reposizione.

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"Venite adoriamo"

"Tutto l’essere ed operare delle creature ha da andare a Dio: cioè tutto farsi a sua gloria".

"Un albero si secca, se si fa spesso mutar di luogo".

"Una ferita nel corpo ti fa gemere, tante ferite mortali nell’anima non ti pesano. Prega, prega Dio che te le faccia sentire, e se ottieni la grazia, cercherai il medico che ti guarisca, né ti quieterai finché non abbi ricuperato la vita, e la salute".

"Tre generi di vita si possono menare da viventi: viver da bruto, viver da uomo, viver da cristiano.
Il bruto è regolato dai soli sensi, l’uomo dalla ragione, il cristiano dalla fede".

"Temete la calca enorme dei vostri peccati? Maria è impegnata ad impetrarvi l’indulto, e la remissione".

"Si guardi di non giudicar male alcuno, né condannarlo, ma più tosto giudichi e condanni se stesso".