Venerdì Santo: La Via Crucis dei bambini del catechismo (2014)


Ogni venerdì di quaresima, seguendo l’itinerario spirituale, oltre alla Via Crucis proposta ai fedeli, si è celebrata, con inizio alle ore 19.00, la Via della Croce, presieduta dal diac. Pasquale Cuzzilla e animata dai bambini del catechismo, amorevolmente accompagnati dalle catechiste.

Lo schema scelto è quello formulato dai bambini dell’Oratorio di S. Andrea in Pioltello (Milano).

Ed è stato proprio a questa sorgente che i nostri bambini del catechismo hanno attinto per “personalizzare” e “rivivere”, insieme alle loro mamme e ai loro papà, questo ultimo tratto della vita di Gesù.

Con passione e coinvolgente collaborazione hanno ri-disegnato i quadri, scrivendovi, con brevissime parole, i loro sentimenti oranti.

Di fronte ad anime così innocenti e operose, noi adulti non possiamo che “inginocchiarci” per elevare il nostro inno di ringraziamento e di lode a Colui che ci fa vedere in essi la bellezza della grazia e dell’amore, che si fa dono di carità testimoniale fra le più efficaci.

La più efficace è quella di tornare come loro, cioè bambini, per “entrare” nel regno di Dio e viverlo andando ad annunciarlo ovunque la provvidenza traccia le nostre orme, riempiendole con preghiere semplici e spontanee come queste:

“Gesù, tu che continui ad amare anche me, aiutami ad essere buono perché io non ti condanni mai a soffrire”. 

“Ci sono cose che non sempre mi piace fare: smettere di giocare, aiutare la Mamma in casa. Tu Gesù che hai portato, insegnami a fare ciò che non amo”.

“Povero Gesù hai dovuto portare la croce e sei caduto perché la croce era troppo pesante per colpa dei nostri peccati. Io cercherò di far diventare la croce più leggera, evitando di peccare e abbracciandomi al tuo cuore”.

“Gesù, ti prego per tutte le mamme che hanno figli ammalati, drogati, carcerati, lontani da casa o senza lavoro e quindi portano la croce”.

“Fa che anch’io mi comporti come tua madre che ti custodisce nel cuore con immenso amore e compassione e sia come mi vuoi tu”.

“Gesù è stato buono Simone a dati una mano. Anch’io voglio aiutare tutti quelli che hanno una croce da portare: la croce della solitudine, della povertà e della sofferenza”.

“Anche io Gesù posso fare come Veronica, asciugare il volto ai poveri e ai bisognosi, cercando di alleviare le loro sofferenze e donandogli tanto amore”.

“Gesù aiutami perché anch’io non mi scoraggi mai davanti alle cose difficili, aiutami a camminare lungo la via del bene sorretto dal tuo amore per non cadere mai più nei peccati”. 

“Anche io Gesù voglio essere buono, voglio essere vicino a chi soffre e aiutarlo facendogli capire che gli voglio bene, asciugandogli le lacrime”. 

“Gesù fammi essere forte e pieno d’amore perché io possa aiutare a rialzarsi chi è caduto nella malattia e nella solitudine, portando un sorriso e un gesto d’affetto”.

“Gesù sei stato spogliato delle vesti e hai perdonato i crocifissori. Aiutami a non commettere peccati perché ogni peccato è un chiodo nelle tue mani”.

“Gesù ti vedo crocifisso, le tue mani, i tuoi piedi sono forati dai chiodi, ma tu continui a guardarmi e io mi stringo forte a te per consolarti”.

“Gesù perdonami, perché anch’io non sempre sono buono come dovrei, anch’io qualche volta ti faccio soffrire con i miei capricci. Gesù, perdonami”.

“Gesù è morto. E’ nel sepolcro, ma lì ci resta poco perché all’alba del nuovo giorno  da suo Padre farà ritorno. E noi bambini felici faremo un allegro girotondo”.

“Gesù, io voglio incontrarti, voglio incontrare la vita e la resurrezione per diffondere allegria, perché la Pasqua ha vinto la malinconia”. 

A queste manifestazioni di amore "bambino", c’è la ricchezza spirituale che ci ha regalato Papa Francesco col messaggio al termine della Via Crucis al Colosseo, il 18 aprile scorso, di cui dovremmo fare tesoro, sia dal punto di vita umano che spirituale:

"Dio ha messo sulla Croce di Gesù tutto il peso dei nostri peccati, tutte le ingiustizie perpetrate da ogni Caino contro suo fratello, tutta l’amarezza del tradimento di Giuda e di Pietro, tutta la vanità dei prepotenti, tutta l’arroganza dei falsi amici. Era una Croce pesante, come la notte delle persone abbandonate, pesante come la morte delle persone care, pesante perché riassume tutta la bruttura del male. Tuttavia, è anche una Croce gloriosa come l’alba di una notte lunga, perché raffigura in tutto l’amore di Dio che è più grande delle nostre iniquità e dei nostri tradimenti. Nella Croce vediamo la mostruosità dell’uomo, quando si lascia guidare dal male; ma vediamo anche l’immensità della misericordia di Dio che non ci tratta secondo i nostri peccati, ma secondo la sua misericordia. 

Di fronte alla Croce di Gesù, vediamo quasi fino a toccare con le mani quanto siamo amati eternamente; di fronte alla Croce ci sentiamo “figli” e non “cose” o “oggetti”, come affermava San Gregorio Nazianzeno rivolgendosi a Cristo con questa preghiera: «Se non fossi Tu, o mio Cristo, mi sentirei creatura finita. Sono nato e mi sento dissolvere. Mangio, dormo, riposo e cammino, mi ammalo e guarisco. Mi assalgono senza numero brame e tormenti, godo del sole e di quanto la terra fruttifica. Poi, io muoio e la carne diventa polvere come quella degli animali, che non hanno peccati. Ma io, cosa ho di più di loro? Nulla, se non Dio. Se non fossi Tu, o Cristo mio, mi sentirei creatura finita. O nostro Gesù, guidaci dalla Croce alla resurrezione e insegnaci che il male non avrà l’ultima parola, ma l’amore, la misericordia e il perdono. O Cristo, aiutaci a esclamare nuovamente: “Ieri ero crocifisso con Cristo; oggi sono glorificato con Lui. Ieri ero morto con Lui, oggi sono vivo con Lui. Ieri ero sepolto con Lui, oggi sono risuscitato con Lui”».

Infine, tutti insieme, ricordiamo i malati, ricordiamo tutte le persone abbandonate sotto il peso della Croce, affinché trovino nella prova della Croce la forza della speranza, della speranza della resurrezione e dell’amore di Dio".



"Tutto l’essere ed operare delle creature ha da andare a Dio: cioè tutto farsi a sua gloria".

"Un albero si secca, se si fa spesso mutar di luogo".

"Una ferita nel corpo ti fa gemere, tante ferite mortali nell’anima non ti pesano. Prega, prega Dio che te le faccia sentire, e se ottieni la grazia, cercherai il medico che ti guarisca, né ti quieterai finché non abbi ricuperato la vita, e la salute".

"Tre generi di vita si possono menare da viventi: viver da bruto, viver da uomo, viver da cristiano.
Il bruto è regolato dai soli sensi, l’uomo dalla ragione, il cristiano dalla fede".

"Temete la calca enorme dei vostri peccati? Maria è impegnata ad impetrarvi l’indulto, e la remissione".

"Si guardi di non giudicar male alcuno, né condannarlo, ma più tosto giudichi e condanni se stesso".